Un epilogo rocambolesco, ma che non lascia troppo amaro in bocca al diretto interessato. La valigia per Parma è pronta, Alvaro Gonzalez è ormai calato mentalmente nel camaleontico 4-3-3 di Donadoni. Quasi controvoglia sta abbandonado Formello, poi la sentenza dello scoccare delle 23.L’operazione salta.
All’aria quella che sarebbe stata l’unica cessione di un big, la Lazio alla fine si tiene il suo Saggio. Pioli pare aver già scelto la mediana titolare, Gonzalez partirà ora dalle retrovie, in sordina. Del resto non è la prima volta. Abituato alla fatica, alla rincorsa, il nazionale uruguagio da quando è a Roma ha sempre dimostrato spirito di abnegazione, risultando spesso importante nell’economia del gioco laziale. Parolo e Lulic, le mezz’ali che hanno esordito domenica a San Siro, hanno caratteristiche del tutto diverse rispetto al Tata. Ed è proprio questo il motivo – come spiega il Corriere dello Sport – che ha indotto a temporeggiare il centrocampista di Montevidéo. L’interesse del Parma per il numero 15 dell’Aquila risale già all’inizio della sessione di mercato. L’ad ducale Pietro Leonardi era riuscito a strappare la promessa di un vertice a fine mercato nel caso in cui nel corso dell’estate non fosse giunta sulla scrivania di Lotito un’offerta più allettante. L’accordo che avrebbe portato l’ex Boca e Defensor in Emilia si aggirava intorno ai 3.5 milioni di euro per il riscatto. Un prestito, inizialmente, alla corte di Donadoni, maturato in base ai buoni rapporti che esistono tra le due società, specie dopo la trattativa andata a buon fine per Parolo. Poi le complicazioni: Zaccardo punta i piedi in vista del ritorno al Tardini, Biabiany rimane inchiodato, non liberando la fascia destra. La posizione dell’uruguagio scricchiola, le ore passano, Lotito non vuol sapere di ritrattare i termini dell’accordo. Il club di Ghirardi temporeggia, sciogliendo le riserve solo ad una ventina di minuti dalla sirena. Un’intesa economica ancora da chiudere con Gonzalez (tre gli anni di contratto proposti), dunque il sì. Troppo tardi. Ancora Lazio, con il sorriso. Del diretto interessato, ma anche di Tare.