Occhio esperto di dinamiche della comunicazione, Franco Spicciariello segue con sguardo interessato le vicende – non solo di campo – di casa Lazio. Sia per la sua esperienza ultradecennale nel campo della comunicazione – è socio fondatore di Open Gate Italia – sia perché non ha mai nascosto la sua profonda passione per i colori biancocelesti.
Ai microfoni di Radio IES, lancia un allarme sulle prospettive di crescita – soprattutto a livello di immagine – del club laziale: “La Roma, nel primo accordo stipulato, paga la Disney per esser presente nei loro store e vicini al loro marchio, questa è la strategia di chi ha capito che i tifosi, oggi, si devono conquistare all’estero. La Lazio, fuori dai confini nazionali, è assente o, ancor peggio, presente in modo drammatico. Cragnotti è arrivato troppo presto, con quella mentalità oggi la Lazio sarebbe il nuovo Chelsea“. In questi giorni sta poi tenendo banco la questione stadi, con la Roma che ha ricevuto l’ok dal Comune per la costruzione del nuovo impianto: “Per la Lazio il beneficio potrebbe essere indiretto. Se si dimostra che a Roma si può fare una cosa del genere, la speranza è di attrarre investitori esteri. La maglia della Lazio è vuota da anni, c’è scarsa capacità di comunicare il marchio, con l’aggravante di un ambiente ridotto in macerie. Ero presente alla splendida manifestazione “Di Padre in Figlio” – prosegue Spicciariello -,i l pubblico sta protestando nella maniera più civile, inconcepibile come siano accusati di ricattare la società. Lo sforzo più duro, per un tifoso è non andare allo stadio. È una pressione morale che il tifoso ha diritto di portare avanti. In questi mesi si è tirata molto la corda. Inevitabilmente il ritorno della Curva allo stadio porterà con se inevitabili polemiche“.
“OCCORRE AUMENTARE I RICAVI, ALTRIMENTI…” – Spicciariello ragiona sulla figura del presidente Lotito e sulle lacune che la società sta dimostrando in vari campi: “Lotito dovrebbe delegare molto, ma non fa parte del personaggio che è un one man show. Non avere dirigenti sta però portando risultati deludenti sul campo. Una sola apparizione in Champions e sfruttata anche nel modo peggiore. Il divario tra Lazio e Roma sta aumentando a dismisura. O si trova un modo per far esplodere i ricavi o si è destinati al ridimensionamento. Bisogna investire per aumentare i ricavi, non si può soltanto tagliare i costi“. “Ho fatto una lunga chiacchierata con il presidente Lotito – continua Spicciariello -, lui si fa forte di aver creato una comunicazione composta da un giornale una radio e una tv della società. Ma purtroppo non ha patrimonializzato nulla perché sono realizzate da outsourcer esterni. E soprattutto non soddisfano il vero obiettivo. Quanto pesano a livello di introiti? Io spero che non sia vero il dato secondo il quale la rivista ufficiale abbia appena 87 abbonati. Senza beneficio economico, l’unico effetto, per di più dannoso, è stato quello di far sparire ogni tesserato da radio e tv locali e nazionali“. Da Lotito a Tare, Spicciariello offre un consiglio alla società biancoceleste: “Tare è l’unica figura importante nell’organigramma laziale, nel tempo si è creata una piccola colonia albanese. Senza entrare nel merito tecnico, voglio sottolineare come non si sia minimamente sfruttata l’occasione strettamente commerciale. Il brand biancoceleste è molto popolare in Albania, Cana è il leader della loro Nazionale, così come Berisha è il giovane portiere su cui tutti puntano molto. Perché non si sviluppa la comunicazione in quel Paese? Perché non si aggredisce quel mercato? Perché le telecamere di Lazio Style Channel non sono mai arrivate in Albania? Anche il sito della società potrebbe avere una versione in quella lingua per farsi spazio in quel mercato“. “Nessuno può chiedere a Lotito di cedere la Lazio – conclude Spicciariello – solo perché ha la speranza di veder arrivare un arabo facoltoso, anche perché ci sono altre soluzioni. Basterebbe alzare i ricavi della società. Un piccolo investimento iniziale, per crescere in pochi anni notevolmente nel marketing. Una comunicazione vincente per far crescere in modo esponenziale gli introiti. Non critico Lotito come persona, lo critico come imprenditore, nella mancata volontà di circondarsi ed affidarsi a professionisti del settore“
fonte: lalaziosiamonoi.it