Protagonista di uno dei casi di calciomercato più discussi della capitale. Un affare scottante, che non andò giù a molti: “Ma la mia storia è diversa da quelle di oggi, immaginate se oggi De Rossi andasse all’Inter e poi tra due anni firmasse per la Lazio. Secondo voi come la prenderebbe la gente?”. Parola di Lionello Manfredonia,
stopper biancoceleste, ma anche mediano giallorosso: nel 1987 quando il presidente Dino Viola lo acquistò, la parte calda del tifo romanista non la prese bene. Non veniva accettato il suo passato nella Lazio prima e il suo approdo nella Juve poi, il derby è roba seria. Il centrocampista romano, in un intervista rilasciata sulle pagine de Il Corriere Dello Sport, ha analizzato il momento delle sue due ex squadre:
Manfredonia, che idea si è fatto dell’ultimo battibecco tra De Rossi e Lotito?
“Credo che abbiano ragione entrambi. Il giocatore che chiede un po’ di privacy e il dirigente che ha il diritto di seguire la Nazionale. Ma non mi pare sia successo niente di così grave”.
La rivalità tra Lotito e la Roma americana però emerge sempre…
“E’ normale in una città dove il derby è così importante. In questo senso non è cambiato molto rispetto ai miei tempi. Ma se ho capito bene, le discussioni tra Lazio e Roma spesso riguardano questioni di Lega. Quindi di politica. E spesso coinvolgono anche altre società. Quindi non so se sia soltanto una questione di rivalità cittadina”.
Come è possibile che ci si punzecchi in continuazione, anche a grande distanza temporale dalla partita?
“Fa parte del gioco. Ma vi dico una cosa. Questa storia del derby che dura tutto l’anno non è vera: i calciatori pensano all’avversario soltanto quando devono affrontarlo, pochi giorni prima”.
Meglio un presidente romano o una società internazionale per la piazza di Roma?
“Da ex giocatore io preferisco sempre una società organizzata, che abbia programmi chiari. Non mi importa la provenienza dei dirigenti o della proprietà”.
Preferisce quindi l’organizzazione di Lotito o lo stile di Pallotta?
“Mi pare che funzionino entrambi. Lotito ha salvato la Lazio che versava in condizioni molto critiche, mentre Pallotta ha portato idee nuove e investimenti nel calcio italiano. Tutte e due le società hanno fatto cose buone”.