BRUXELLES – Gambe troppo imballate per carburare. Polmoni ancora troppo pieni dell’aria di Auronzo, per lasciare spazio alla brezza europea di Bruxelles. Nel centro nevralgico della UE, la Lazio lascia in camerino il vestito delle grandi occasioni.
E così, dopo la sconfitta di ieri contro il Vicenza, i biancocelesti collezionano un altro ko estivo. Al Constant Vandenstock l’Anderlecht passa, per lunghi tratti passeggia contro i capitolini: 3-1 il risultato finale.
IL FILM DELLA PARTITA – Le danze bianco-malva si aprono al 19′, Sylla brucia Mauricio e Basta e insacca di testa alle spalle di Berisha. Il raddoppio dei padroni di casa arriva al 25′: stavolta l’incornata vincente porta la firma di Gillet. Al 34′ l’arbitro Delferiere sanziona una presunta entrata fallosa di Braafheid su Praet: ci pensa Matias Suarez dal dischetto a siglare il terzo gol. Nella ripresa c’è spazio per il gol della bandiera laziale: all’80’ Djordjevic incastona una punizione-gioiello all’incrocio dei pali, formidabile il suo sinistro tirato a lucido già nelle partitelle dolomitiche. Se fosse agosto, i motivi per preoccuparsi non mancherebbero. Ma il calendario, clemente, recita 19 luglio. Il ritiro si è concluso stamattina, alla Supercoppa mancano ancora venti giorni. Un mese circa ai playoff di Champions. L’Anderlecht, dal canto suo, inizierà il campionato tra cinque giorni. Ecco che le attenuanti superano gli allarmismi. Questo non vieterà a Stefano Pioli di analizzare gli errori compiuti dai suoi, soprattutto dalla linea difensiva. Basta e Braafheid terzini, Mauricio e Gentiletti centrali: questa la retroguardia scelta dal tecnico emiliano. I primi due centri belgi dimostrano che, con i carichi di lavoro ingenti di questi giorni, le disattenzioni tattiche sono dietro l’angolo. Poca reattività anche a centrocampo, dove Cataldi è il regista e Parolo e Lulic (capitano di giornata) gli interni. Candreva, Klose e Felipe Anderson formano invece il tridente offensivo, nel canonico 4-3-3 confermato da Pioli. Qualche segnale incoraggiante arriva dalla ripresa: l’Anderlecht frena le accelerazioni, la Lazio aumenta i giri nel motore. Nell’ultimo quarto di gara va in scena la prevista girandola di cambi: in panchina rimangono i soli Guerrieri, Seck e Palombi. I biancocelesti calpestano di più la metà campo avversaria, ma la punizione di Djordjevic è l’unico vero pericolo corso dal portiere di casa Proto. Si torna a casa con una sconfitta che provoca dolori relativi nell’animo e nelle convinzioni laziali. Con la speranza che si ricominci a fare bene già dalle prossime amichevoli. A venti giorni e un mese dagli appuntamenti da non fallire, miglior viatico non esiste.
fonte: lalaziosiamonoi.it