L’ex Juventus entra e ci mette appena diciassette minuti per divorarsi l’Udinese e rubarsi tutta la scena.

 E alla fine ci pensa proprio lui,Alessandro Matri, l’attaccante tanto atteso, il colpo last-minute arrivato per sopperire alle gravi quanto pesanti assenze di Klose e Djordjevic che hanno di colpo lasciato il reparto laziale privo di bocche di fuoco in grado di finalizzare al meglio la manovra. E ci ha messo proprio poco per graffiare il cuore dei tifosi laziali, raggelato dalla pioggia battente che si è accanita sull’Olimpico per quasi tutto l’arco della gara. Due zampate, una da autentico bomber di razza quando si è fatto trovare al posto giusto ed al momento giusto su una autentica invenzione confezionata sulla corsia di sinistra di un ritrovato Felipe Anderson, l’altra con un delizioso controllo ed una freddezza ancora più gelida di quella portata dal nubifragio. Ma non è stato facile come sembra! Di fronte i biancocelesti hanno trovato una Udinese tignosa, ben messa in campo dal proprio allenatore e che ha sfiorato anche in più circostanze la rete del pareggio, prima di arrendersi al minuto 74′. Mister Pioli nella prima frazione, sceglie il  4-2-3-1 lanciando dal primo minuto l’olandese Hoedt in difesa (ottima la prova del giovane centrale ex Az Alkmaar, sempre puntuale nelle chiusure ed anche elegante in fase di disimpegno) e schierando dietro al falso nueve Keita, Mauri, Candreva e Lulic, quest’ultimo preferito inizialmente ad Anderson. Il campo però, pare subito bocciare le idee del tecnico emiliano. Nonostante un evidente dominio territoriale ed un possesso palla ampiamente dalla propria parte, i padroni di casa non si affacciano quasi mai dalle parti di Karnezis, fatta eccezione per alcuni cross scodellati nel deserto. L’unico a muoversi meglio lì davanti è Keita, ma fatta eccezione dello spagnolo, nessuno appare essere in palla, compreso Candreva. Affaticato dagli ultimi impegni in Nazionale, il forte numero ottansette non riesce quasi mai a superare sulla destra l’ottimo Ali Adnan (senza dubbio uno dei migliori tra le fila ospite) al punto che Pioli decide di invertirlo di posizione con Lulic. Non va meglioneanche a centrocampo, dove Cataldi fa ancora una volta rimpiangere Biglia nel ruolo di regista. Il talentino fatto in casa a km zero, nonostante il lodevole impegno,  sbaglia numerosi passaggi e dimostra ancora di dover crescere molto per poter prendere in consegna le chiavi della linea mediana. La svolta arriva nel secondo tempo, quando Pioli decide di far avanzare la regina ed il re sulla propria scacchiera. Dentro Felipe Anderson e Matri per Candreva e Lulic e la nuova coppia ci mette appena otto minuti ad impacchettare la rete che spezza gli equilibri dell’incontro. Il resto poi lo fanno i maggiori spazi che inevitabilmente si aprono e la voglia matta di un affamato ex centravanti Juve, desideroso di conquistarsi subito una poltrona d’onore nell’ambiente biancoceleste.

 

I migliori

 

Matri: due sigilli in appena nove minuti, il primo ad appena otto minuti dal suo ingresso in campo. Miglior biglietto da visita l’ex attaccante della Juventus proprio non poteva consegnare ai propri tifosi che subito hanno intonato a gran voce il suo nome. Proprio il bomber che la Lazio cercava per sostiture Klose e Djordjevic che adesso dovranno sudare più del previsto per guadagnarsi una maglia da titolare.

Hoedt: Davvero una piacevole sorpresa. L’ex centrale dell’Az Alkmaar, non stecca alla sua apparizione in campo, mostrandosi attentissimo in fase di marcatura ed abile anche in fase di disimpegno. Non c’è che dire; se continuerà così, appena rientrerà il suo connazionale De Vrij, potrà formare con lui una coppia di centrali tutta olandese.

Basta: Solita prestazione sopra la sufficienza per quello che può essere considerato senza dubbio uno dei migliori terzini della serie A. Macina chilometri sulla corsia destra, va a dare una mano in fase di copertura quando Mauricio è messo ini difficoltà dalla velocità e dalla fisicità di Zapata e si rende protagonista di alcuni pregevoli e provvidenziali tagli che rappresentano uno dei suoi marchi di fabbrica

Keita: Nel primo tempo gioca fuori ruolo e appare un pò assente dalla manovra ma quando Pioli lo sposta sulla sinistra, la sua posizione preferita, diventa devastante e  quando parte in velocità i difensori bianconeri sono costretti a fermarlo con le buone o con le cattive

 

I peggiori

 

Cataldi: Le qualità ci sono e si intravedono ma per ora non sono sufficienti per poter ricoprire il delicatissimo ruolo di regista di centrocampo. Nel primo tempo sbaglia molti lanci e passaggi, nonostante il grande impegno che profonde sul rettangolo verde. Meglio nella seconda f

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