Stefano De Martino, responsabile della comunicazione fresco di rinnovo fino al 2018, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere Dello Sport.
Ve la riportiamo ponendo alla fine le nostre domande e i nostri dubbi.
Si inizia parlando dell’articolo di Le Monde…
“L’articolo si è caratterizzato per un attacco nei confronti del blasone della Lazio. Non ha nessuna giustificazione. Ha indignato la società e i suoi tifosi. Rispediamo con forza al mittente queste considerazioni, abbiamo protestato fortemente. In Europa spesso l’immagine biancoceleste è accostata, con riferimenti storici che contesto, a momenti che non sono calcistici ma politici, non considerando però che il club e la sua gente si sono sempre caratterizzati per l’impegno sociale e rispetto delle diverse etnie. Per restare nei confini francesi, voglio ricordare l’iniziativa che ci fece recapitare i complimenti di tutta Europa per la nostra vicinanza alla tragedia di Charlie Hebdo”.
Poi sul prolungamento del rapporto con la Lazio:
“Il lavoro si innesta in un solco di lavoro cominciato nel 2008 quando la Lazio ha voluto fortemente strutturarsi nella comunicazione. Da qui la nascita della rivista ufficiale, del canale telematico e soprattutto direi la nascita pioneristica della radio ufficiale”.
E quando gli fanno notare che da fuori la Lazio appare lontana dalla sua gente, chiedendogli se le difficoltà stanno nel far parte di un club guidato da Lotito, De Martino risponde:
“La difficoltà non sta nella figura del presidente, uomo di grande carisma e con un carattere marcato. La difficoltà sta nel muoversi in un sistema romano fatto di tante realtà e di tante voci diverse. Con la scorsa stagione si è chiusa la prima parte del progetto comunicativo condiviso con la società. Si apre ora la seconda e la più delicata parte del progetto che vedrà la collaborazione di partnership tra carta stampata, radio e tv per accorciare le distanze con il mondo biancoceleste. Allo stesso tempo combatteremo chi in modo pretestuoso punta a mistificare la realtà, portando fuori strada i tifosi”.
Poi annuncia le novità all’orizzonte:
“Nel prossimo triennio sbarcheremo prepotentemente sul web con il lancio imminente del nuovo sito che diventerà un vero e proprio portale interattivo. L’affiliazioni con portali esteri che vedono transitare quotidianamente milioni di tifosi biancocelesti come per esempio quelli asiatici. Sarà una Lazio che parlerà molte lingue per continuare nel processo di internalizzazione. Negli ultimi anni abbiamo conquistato le copertine di importanti settimanali come So foot e Kicker. In un processo di crescita ci sono varie fasi e qualcuna può creare distanze. La Lazio dal 2004 ha cominciato un processo di ristrutturazione. Nelle prossime stagioni le distanze saranno colmate e la lingua laziale, più che romana, sarà ben compresa da tutti”.
Poi sugli eventuali errori fatti:
“Di errori se ne sono commessi e magari se ne commetteranno, ma ogni azione della società ha avuto come comune denominatore l’esclusiva volontà di migliorare offrendo ai suoi tifosi la possibilità di essere informati con verità spesso non dette”.
Sul motivo della mancata messa in chiaro del canale ufficiale agli abbonati Sky, invece:
“Quella di Sky era una proposta per poter accedere a immagini e contenuti relativi alla Champions. E anche quella di poter usufruire dell’archivio storico della Lazio. La società ha deciso di non seguire Roma e Juventus per accordi pregressi e poi per un progetto in divenire che consentirà di migliorare e raggiungere sempre più telespettatori che vogliano vivere la Lazio 24 ore su 24. E’ in corso un progetto di digitalizzazione di tutto l’archivio storico. Stiamo lavorando su altre importanti novità, arriverà il momento giusto per parlarne”.