E nel settimo giorno, dopo aver creato il mondo, gli oceani, il sole e le stelle, Dio creò il calcio. Siccome il pianeta gli sembrava un po’ vuoto, allora creò tantissime persone e le divise in due categorie: tifosi e non tifosi.
Ai non tifosi regalò pomeriggi pieni di sole, mattinate appena fresche del primo autunno e tanta voglia di vedere ciò che lui stesso aveva creato. Così nacquero le gite. Ai tifosi invece, fece un altro regalo altrettanto grande e diede loro un divano, o gli spalti di uno stadio, ed una squadra di cui innamorarsi. Loro allora ricambiarono il generoso omaggio e nel modo solito del tifoso, santificarono le domeniche inventandosi il campionato. Gli italiani, popolo di poeti, santi, navigarori e… tifosi di calcio!
LA DOMENICA ED IL PALLONE – La domenica è tutto ciò che è calcio; chi lo segue, chi lo gioca e chi lo racconta. Poi ci sono anche gli esperti vari di scommesse e schedine, che se fossero poi così esperti, penso io, si godrebbero le vincite e non farebbero gli esperti! Domenica è sempre domenica e dopo arrivarono gli anticipi ed i posticipi, dalla radiolina a volume sparato nei condomini di qualche tempo fa, fino alla pay tv. Tutto è cambiato, ma non lo spirito del tifoso: la domenica ci sono undici fuoriclasse e la tua squadra!
I RITUALI – La domenica è il rituale che trasforma un ragazzino in tifoso ed un padre in un guru del calcio da poltrona. Quando il bambino avrà incamerato tutte le nozioni tra cui squadra rivale per antonomasia, che l’arbitro è quasi sempre un cornuto e la formazione da scudetto, allora si potrà dire “tifoso” a tutti gli effetti. Anche per i mariti vi è un rito ogni domenica: tentare di spiegare alle loro mogli cosa sia un fuorigioco e perchè urlano ad undici persone che tanto non possono sentirli. Tutto questo per la speranza di accaparrarsi del vessillo tricolore, che racchiude la sacralità di ogni domenica.
QUANDO IL CAMPIONATO E’ IN VACANZA – Eh, campionato quanto ci manchi! Ci manchi soprattutto perchè almeno per 90 minuti il mondo si ferma per il tifoso, ed in quel lasso di tempo dimentichiamo i problemi personali ed i problemi che affliggono il nostro paese. Gli italiani sono sempre con la testa nel pallone e quando non possono vivere il fatidico lunedì del tifoso, fatto di sfottò fatti o ricevuti, allora si uniscono tutti insieme sotto la grande bandiera della Nazionale (Prandelli esclusa). Tra abitudine e passione l’inizio del campionato è uno dei giorni più attesi: col cuore in gola per quei tre punti e per le conferme in classifica lo aspettano i tifosi.
Per quell’entrata allo stadio ed i cori e quando manca per qualche pausa, non vediamo l’ora che torni, perchè immaginarci senza forse davvero ci rende un po’ tristi. In qualsiasi momento in cui un bambino per la strada prende a calci una lattina vuota o una pigna, in quel preciso attimo la storia del calcio ricomincia ogni volta e nasce un nuovo tifoso.