Qualche giorno in patria, per parlare del suo impegno con la propria selezione e non solo:
“Il mio gol contro l’Italia è stato molto importante, ci ha portato un punto e devo ammettere che è stato bello segnare. Possiamo tranquillamente qualificarci per i prossimo Europei, ma ci sarà ancora da lottare. L’Italia Under 21 è molto determinata ad arrivare sino in fondo alla competizione, anche noi abbiamo questa ambizione. Il match di ritorno contro di loro è il 2 settembre del prossimo anno, credo che sarà ancora una volta uno scontro al vertice”. Al termine del match, Sergej ha raccontato di aver ricevuto dei complimenti speciali: “La Lazio ha chiamato per congratularsi con me! Aggiungendo che mi aspettano per continuare il nostro lavoro e per rioccuparci degli obiettivi che voglio conseguire con la maglia di questo club!”. Nell’intervista rilasciata ai microfoni di NS Reporter, però, si parla anche di Lazio. E di quei compagni che subito l’hanno fatto sentire come a casa: “Volevo conoscere Roma e godere di ogni momento in questa città. Ci si ambienta subito, questo è molto importante. Poi, mi sono ritagliato un posto in questa squadra, riuscendo anche a segnare, sono molto felice per questo. Nella Lazio ci sono anche Dusan Basta e Filip Djordjevic, miei connazionali e giocatori esperti, mi trattano come uno di famiglia ed è bello poter godere di un supporto così sincero. A Roma mi sembra di vivere un sogno: ho appena iniziato la mia carriera in un grande club. Ho un contratto di cinque anni, ci sono ottime condizioni affinché io riesca a fare bene”. Si fa attendere, invece, l’esordio in Nazionale maggiore: “Sono stato convocato contro l’Albania e il Portogallo, non ho debuttato e mi è rimasto un po’ di amaro in bocca. Ma c’è tempo anche per questo obiettivo. Per ora sono felice di trovarmi tra i miei coetanei, ho dato il mio contributo segnando a Novi Sad. Sentire gli applausi e il mio nome cantato dai tifosi è stato indimenticabile. Non mi hanno dimenticato, ero felice. Ma anche un po’ triste, perché il campo del Karađorđe Stadium non era in buone condizioni. Per un paio di anni, il manto erboso è stato tra i migiori del nostro paese. Non voglio criticare, ma gli italiani lo hanno definito un campo di patate!”.
fonte: lalaziosiamonoi.it