Espugnato il temibile Artemio Franchi e riusciti a piegarne la padrona di casa che della vetta era la vice, siamo tutti più buoni e con gli occhi a cuoricino vediamo gli undici in campo bravissimi, buonissimi e bellissimi.

Svestendo i panni dei “rompipalloni” che in questo periodo parlando di Lazio erano i più adatti, adesso facciamo il cambio di stagione perchè la vittoria contro la Viola ha permesso ai biancocelesti di indossare quelli di chi sale sul carro dei vincitori e da pieno inverno, l’aria s’è fatta finalmente un pò da Carnevale di Rio. Candreva, Milinkovic, Keita, Anderson e capitan Biglia, ma lasciando per un attimo i soliti noti troviamo quelli che forse non hanno mai davvero impressionato il popolo laziale, ma per stavolta meritano un pò di parole spese solo per loro: sto parlando di Abdoulay Konko ed Edson Braafheid.

KONKO- Per tanto tempo è stato in lista tra le fila titolari in panchina, ma secondo Stefano Pioli è un giocatore da tenere sott’occhio costantemente, perchè il francese nell’ultimo mese è sempre stato uno tra i migliori in campo. Galeotta fu la pubalgia dell’imprescindibile Dusan Basta, infatti l’ex Udinese non è al top della forma, durante gli allenamenti ancora non riesce a forzare troppo e lo staff medico ha optato per il riposo.Questo contrattempo e la nuova rogna per il tecnico emiliano, ha favorito il ritorno del terzino francese sotto la smorfia dei tifosi che, pur conoscendolo da un pò, non erano mai stati troppo entusiasti di lui. Abdoulay però aveva detto a gran voce di voler fare meglio in questa Lazio ed il tempo lo ha premiato: non dimentichiamo che nella sfida contro il Carpi di pochi giorni fa, tra grossolani errori e strafalcioni in campo, il 69% dei followers di Lalaziosiamonoi.it lo avevano incoronato “man of the match”. Dalle stelle alle stalle è proprio il caso di dire!

BRAAFHEID- Più tatuato di Cissé, piazzato quasi come Ciani, sguardo incazzoso e temperamento vagamente alla Lorik Cana, appena arrivato in quel di Formello tutti erano chiesti: “Ma chi è? Da dove sbuca?” . Nato e cresciuto a Paramaribo capitale del Suriname dell’America Meridionale conolizzato dagli Olandesi, statarello semi sconosciuto che dà i natali a tanti campioni tra cui Aaron Winter e Clarence Sedorf tra i tanti, Edson Braafheid fece colpo su Louis Van Gaal che lo volle nel suo Bayern, e questo già è una piccola garanzia. Tra le sue doti non ha certo un carattere accomodante ed il suo palmares di risse sfiorate è ricco: arrivò alle mani proprio col suo mentore Van Gaal e gli costò il Bayern Monaco, poi con Stefan Radu e Ravel Morrison (queste le liti note). Dopo parecchia panchina, al Franchi in seguito all’infortunio del rumeno, Stefano Pioli pescando tra la panchina lo chiama in campo e lui fa bene. Di Braafheid si possono dire tante cose, ma di certo bisogna ricordare che la scorsa stagione ha accontentato la rosa e che è un giocatore con esperienza e di buon livello. Non sarà il titolare che fa la differenza, ma di certo è un sostituto d’eccellenza.

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