“Chi mi contesta è solo una sparuta minoranza, la maggior parte della gente è con me”. Bhè adesso contaci e guarda quegli spalti: silenziosi e vuoti come non furono neanche quando la Lazio era in Serie B!
La tua “sparuta minoranza” ha tuonato talmente forte, che alla fine ha fatto piovere. S’arriva sempre ad un punto di saturazione. Non siamo stai gentili con te, ma ancor meno lo sei stato tu con noi e questo è imperdonabile quando dovremmo essere la tua gente e tu il nostro presidente. Non è bello vedere tutta la tifoseria che odia la sua leadership e viceversa. Non è bello avere un presidente che si preoccupa più della sua seconda squadra che della Lazio quando questa dovrebbe essere priorità. Non è bello vedere la società non presentarsi nemmeno all’ Atahotel nell’ultimo giorno di mercato.
Il prosciutto sugli occhi credo te lo sia mangiato da un bel pò e non serve far orecchie da mercante convincendosi che tutto sia dovuto ad un piccolo gruppo di tifosi. Basta vedere i social e tra facebook, instagram e twitter, piovono link : “quando te ne andrai saremo 65 mila ogni domenica” (uno dei link più ricorrenti). Questa squadra dev’essere rifatta per intero e non si può correre ai ripari con un difensore trentaduenne che si infortuna alla sua terza uscita. Tornasti tronfio pensando di metter una pezza dopo la contestazione di un anno e mezzo fa avendo portato a Roma Stefan De Vrij, ma lo stesso quella sparuta minoranza non volle cedere perchè dopotutto, avevi fatto solo il tuo lavoro. Un colpo buono e dieci a vuoto, si può continuare così?
Adesso la tifoseria pretende che la dirigenza abbia l’umiltà di chiederci scusa dopo la buffonata dell’ultima sessione di mercato. La Lazio è una squadra di alto retaggio storico, il calcio a Roma, l’orgoglio di essere i primi della capitale e padroni di Roma, la storia di quelli che nel 1927 dissero no alla fusione e ad oggi, noi non accettiamo di esser di quella Roma assenti. Se questo bagaglio pesante che racconta di 116 anni non si rispetta, bhè allora non si è degni di rappresentarla. Non contestiamo contro i nostri colori, ma contestiamo contro uno che dorme in tribuna e l’altro che se la ride mentre si affonda contro il Napoli: contro chi promise la Champions e portò Perea, chi dice “la Lazio è mia” dimenticando che la Lazio è di chi la ama perchè grazie a chi la ama vive! “Sobillatori”, “guerrafondai” mentre i veri sobillatori sono quelli che siedono alla leadership e noi chi siamo?
Solo quelli esigono il rispetto del nostro lignaggio storico! Benvenuti all’Olimpico: dove si contesta e si diserta, nel paradosso dell’amore verso la propria squadra. Questoper una società che porta il nome di Claudio Lotito. Una società che schiera Cataldi giovanissimo, o Onazi a sostituire Lucas Biglia il Principito top player che gioca alle spalle di Messi perchè, o cavolo, non c’è nessun altro o ti mangi questa minestra o ti butti dalla finestra! Il nervosismo è palpabile anche in campo e basta vedere le vittorie acclamate con polemica, giocatori che fanno segno di tacere ai propri tifosi, l’allenatore scuro in volto che non ha entusiasmo nemmeno dopo un gol dei suoi e le sconfitte che a quelli in campo non destano nervosismo, perchè tanto le davano per scontate.
I tifosi fischiano, perchè se lo spettacolo non piace, si fischia e basta, succede anche all’Opera non credete. E basta anche nascondersi dietro l’alibi che a stadio vuoto non si riesce a giocare, perchè se lo spettacolo piacesse, allora sì che pioverebbero applausi! Chi paga ha diritto di reclamare o di applaudire e quelli che non son presenti, pagano lo stesso gli abbonamenti alla pay tv ed hanno diritto di spengere il televisore, o alzarne il volume. Stadio vuoto e vi arrabbiate? Lo facciamo anche per quegli undici in campo che stanno diventando una barzelletta, magari non singolarmente, ma quando una barzelletta la si racconta, non ci si sofferma al “no però lui lo salviamo, lui no”! Fallimento e vittoria son di 11!
Lo stadio può essere il posto più bello dove si intonano cori e quello del silenzio, ma di certo le colpe non sono dei tifosi e non si possono spartire tra quelli che decidono di contestare e quelli che decidono di comprare il biglietto!