Matri risolleva l’attacco biancoceleste dalle critiche. Un goal ed un assist per lui
Ci e’ voluto un lampo a squarciare il cielo nero di questa fredda serata invernale, una sorgente d’acqua che sbuca improvvisamente dal deserto di un “Olimpico” vuoto piu’ che mai (e non solo a causa della squalifica della curva nord in seguito ai noti fatti della settimana scorsa) per restituire un sorriso ad un ambiente dove ad aleggiare in questo periodo sono la delusione e lo scoramento per una stagione sin qui bel al di sotto delle aspettative.
Come da copione, e’ stata una faticaccia anche contro l’ultima della classe, finchè Matri, forse nel tentativo di emulare l’aquila che porta sul suo petto, con una zampata degna di un rapace, infila Gollini, aprendo le danze di quello che poi alla fine sarà un lauto banchetto a cui partecipano a turno quasi tutte le bocche di fuoco a disposizione di Pioli. Quale occasione migliore difatti, se non le critiche che in settimana hanno bersagliato anche il reparto avanzato, per scaricare in un solo colpo rabbia e tensione? Bravo in questo caso anche mister Pioli, che indovina le scelte giuste, gettando nella mischia sia Matri che Mauri,inizialmente preferiti al deludente Djordjevic, a Keita e Felipe Anderson. L’ ex centravanti di Juve e Milan prima rompe un equilibrio che incominciava a farsi preoccupante e poi serve successivamente un succulento assist al suo compagno che mette al riparo, almeno per un po’, il risultato, poi messo definitivamente in ghiaccio quando ad entrare sul rettangolo verde, è l’arsenale al completo.
Sarebbe però troppo facile analizzare tatticamente la gara quando gli ospiti si sono inevitabilmente disuniti e sfilacciati, tirando i remi in barca, nonostante l’accenno di reazione che stava addirittura per tramutarsi in rimonta. Riavvolgiamo allora il nastro, e ritorniamo indietro al primo tempo. Quale e’ stato il copione? Il solito, copiato ed incollato dai match precedenti: lenta circolazione della sfera con tanti, troppi tocchi, poco pressing, squadra lunga e poco movimento di palla. Diventati ormai teorema i vari corollari di questo mese, la panacea di tutti i mali ci sembra a questo punto essere solo una: aspettare con pazienza che si chiuda questa stagione, cercando nel frattempo di fare bene in Europa, per riguadagnarsi un po’ di visibilità internazionale che manca da troppi anni.