“Passione, ci vuole passione per questo sport. Questo è quello che devono dimostrarmi i ragazzi. Poi il resto non conta. I tifosi sanno che fino a quando rimarrò su questa panchina, non dovranno mai preoccuparsi, perché i miei giocatori daranno sempre il 100% di quello che hanno nella testa, nel cuore e nell’anima”.
Estratto della conferenza stampa di Diego Simeone. Bella dichiarazione d’amore verso i suoi ragazzi, verso i propri supporters, verso il proprio lavoro, così Cholo, dai modi forse rudi e l’aspetto aggressivo a volte, apre il suo cuore sotto i riflettori dopo la serata choc-Champions al Calderon che ribalta il risultato dell’andata e l’Atletico Madrid sbatte fuori il Barcellona volando in semifinale. Anche i marziani Messi, Neymar e Suarez si arrendono davanti all’animo guerriero dei Cholchoneros, perché molto spesso nel calcio non contano solo i piedi ma ciò che si ha dentro. Sognare non costa niente e chi sogna più in grande qualche volta ce la fa.
Simeone? Simeone è stato il dodicesimo uomo nel vero senso della parola, incontenibile nel guidare i suoi ed incitare il pubblico quasi in campo ci fosse una grandissima formazione e non solo undici giocatori. E’ questo che ha fatto Godin dopo aver preso un pugno nell’occhio da Suarez, ha continuato a lottare ispirato dal capitano in panchina, il Cholo, carismatico, protagonista, condottiero, colui che i sogni li fa realizzare. E rimarca spesso, il tecnico argentino, il fattore cuore come imprescindibile quasi a sottolineare che conta più dei piedi. L’anima e l’assoluta bravura di un allenatore che davvero ha combattuto gli strapoteri del calcio spagnolo, che ha trovato la criptonite per il super Barcellona ed il Real Madrid. Senza dimenticare la tecnica ed il calcio, ha sempre puntato su giocatori “ruvidi” , tignosi, capaci di tanto cuore ed ancor più grinta, perché questo piace ai tifosi, questo era il Simeone calciatore e questo è Simeone allenatore. Furente, esagitato , ma che alzando le mani al cielo ha abbracciato tutto il Calderon nella stretta del Cholismo.
Non piace a tutti forse, ma il suo metodo funziona e quando batti i marziani come Messi, Neymar e Suarez, bhè quello che ti sei inventato te lo sei inventato bene. Diego Pablo Simeone, partito dal Catania e diventato grandissimo nella sponda meno patinata della capitale spagnola. Il 2-0 eliminando il Barcellona campione in carica e favorito, riassume in tutto e per tutto il cholismo: mix di ruvidità, testa, cuore ed attributi quadrati. L’Atletico Madrid è un caso strano nel calcio moderno che vive spesso di copertine e dei nuovi brand dettati dalla moda, i cholchoneros infatti sono lo spirito dei tifosi, sono i tifosi stessi e rispecchiano a pieno gli insegnamenti e l’essenza del loro Cholo.
Ricordiamo una frase: “Simeone non ha la stoffa per fare l’allenatore”, cit. Claudio Lotito.