“Nei combattimenti di strada ci sono due tipi di picchiatori: c’è quello che ti picchia, vede il sangue, si spaventa e soccombe, e c’è quello che picchia e va avanti per uccidere. Bene ragazzi, io vengo da fuori e vi assicuro che c’è odore di sangue!”. Marcelo Bielsa così parlò ai suoi giocatori prima di un delicatissimo match contro la Colombia quando era alla guida dell’Argentina. 

 Si presenta con poche parole e la panchina scomoda e scottante, certo è pane per i suoi denti: dopo tantissimo tempo, la Lazio porta a Formello l’allenatore blasonato,  che di certo può esser definito “Loco”, ma mai uno “yes man”. La rivoluzione in casa Biancoceleste comincia da lui.

 

MARCELO IL LOCO- Una frase è poco per descrivere la persona, ma di sicuro può far intravedere quel carisma di cui tanto si parla a chi legge anche per la prima volta. Nato a Rosario nel 1955, capì a soli 25 anni che il suo ruolo non era quello di calciatore, bensì era quello dietro la linea bianca che delimita il campo e la panchina. Lui voleva far l’allenatore.  E che allenatore! Nell’80  infatti, entrò a  far parte dello staff tecnico dei rossoneri di Rosario e non a caso l’arena del Newell’s porta il nome “Estadio Marcelo Bielsa”. Nei primi anni ottanta, si delinea la sua figura di tecnico , soprattutto alla guida dei Newell’s e tra le fila delle giovanili, proprio Bielsa allenò quelli che poi divennero grandissimi campioni: Balbo, Batistuta e Sensini. Scopritore di talenti, fu proprio lui a scoprire anche l’attuale tencico del Tottenham Pochettino.

 

 Idea Loca la sua, allenatore senza scrupoli, a volte ruvido, che scelse addirittura il ritiro nelle basi militari. Non è solo calcio, ma passione ed in questo ricorda Cholo Simeone, i suoi ragazzi in campo devono dare il sangue e chi non lo fa, può restarsene in panchina! “Caos organizzato” che riesce a fare impazzire telecronisti ed avversari, caos fatto da una cura per i dettagli quasi maniacale. 

 

“Innovatore”, “visonario”, “loco”, “guru”, chiamarlo solo mister è riduttivo per Marcelo Bielsa. La Lazio riparte da lui, da quell’allenatore tanto aspettato in tutti questi anni. Chi interpreterà il suo copione? Tra attori e spettatori, troverà i suoi undici e come interverrà sul mercato Lotito per assecondare l’idea Loca di Marcelo?  

 

“NON DEVONO VOLERMI PERCHE’ HO VINTO, MA PERCHE’ VOGLIONO VINCERE”. Buon lavoro Mister!

 

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