Miro Klose è ancora senza squadra. Dopo il saluto alla Lazio con tanto di “Danke Miro”, il panzer non ha ancora trovato una sistemazione. L’ostacolo? La carta di identità.
Non che siano mancate durante l’estate le pretendenti alla corte del bomber di Opale, ma il numero 38 spaventa anche se sei il giocatore dei record. Si era fatto avanti il Legia Varsavia pochissimo tempo fa, ma alla fine non se n’è fatto più niente, Miro ha rifiutato l’offerta non considerandola quella “che proprio non puoi rifiutare”.
Dove finire la sua carriera? Il panzer ha ancora voglia di entusiasmare gli spalti e puntare la rete, ma per adesso il suo futuro è nebuloso. Nelle ultime ore ha parlato l’agente Paul Michail che sta trattando con l’Australia, meta che sarebbe gradita a Klose e famiglia. La pista si era fatta calda tra luglio e fine agosto, ma anche stavolta niente appare concreto. Si parla, si contatta e si discute, ma il gradino che proprio sembra non voler essere saltato è sempre quello legato alla carta di identità.
Di traverso ci si sono messe anche illazioni sulla sua forma fisica non al top, ma basterebbe riavvolgere il nastro e vedere le partite giocate con la Lazio nella scorsa stagione ed i numeri parlano chiaro: 31 match, 8 gol e tanti assit. Qualche acciacco sì, ma anche i ventenni ne soffrono.
Miro orfano del campo svincolato dal 30 giugno, lontano dagli occhi e ancora nel cuore, tant’è che in molti supporters biancocelesti speravano in un ritorno a sospresa. La Lazio non dimentica “palla a Klole e s’abbracciamo” e questa voglia di rimanere abbracciati al panzer era stata palesata addirittura con una petizione per non falo andare via. Al bomber di Opale, giocatore che è passato alla storia biancoceleste non solo emotivamente ma anche tangibilmente essendo, insieme a Pandev, uno dei marcatori stranieri più forti di tutti i tempi, auguriamo che la carta di identità venga messa in tasca e la si utilizzi solamente per le generalità.