L’aquila nel cuore e tatuata sulla pelle: Danilo Cataldi si è ammalato inguaribilmente della Lazio come molti altri, dalla nascita. La grande occasione gleila ragalò Stefano Pioli consegnandogli quella maglia da titolare pesantissima per un ragazzo così giovane in un cammino che portava alla Champions.
Forse un pò spaurito appena entrò in campo quel ragazzino, il ragazzino che per tutti i tifosi sarebbe diventato da subito “Cataldi” , come qualcuno lo apostrofò “Capitan futuro”, ma di quello già ce n’era uno nella sponda opposta del Tevere. Il futuro però è un’altra cosa ed il suo è tutto scritto in biancoceleste. Pioli lo schierò in campo nella partita contro il Milan e non sembrava l’ultimo arrivato, ma un giocatore navigato ed arrivarono così i primi applausi.
Prima di quella sera, nonostante la sconfitta nel match di Coppa Italia contro il Napoli, in pochi minuti di gioco il gioiellino made in Formello aveva già all’attivo un assist per Miro Klose e non è cosa da poco aiutare nell’attacco il bomber dei bomber!
Quello che Cataldi sta vivendo è il sogno di ogni bambino: partire dal campetto di quartiere Ottavia e finire con una maglia pesantissima, la maglia della Lazio. Diventarne capitano per soli nove minuti e toccare con mano un futuro forse non troppo vicino, ma neanche utopico. Classe ’94 di strada dovrà farne ancora tanta, macinare chilometri in campo, ma le luci della ribalta se l’è già prese e questo lui lo sa. Dal campetto di bambino, poi un giorno esci di casa ed ecco là; ti fermano, ti chiedono l’autografo, parlano di te in radio e sui giornali.
Pensare che poi il ragazzo gracilino all’inizio non aveva convinto la Lazio che lo aveva rimandato in prestito, “rimandato a settembre”, ma non bocciato ed infatti lui tornò più forte di prima, talmente convincente da aver attirato su di lui addirittura il Manchester City. Faceva grandi passi nelle categorie Allievi e Primavera così uno scout british decise di portarselo in Inghilterra. Cosa fai quando il City bussa alla tua porta? Rifiuti e rimani nella tua Lazio.
Cataldi firmò il contratto iniziale con il club capitolino senza negoziare, senza pretese o richieste. Perchè a differenza degli altri giovani in rosa, lui in biancoceleste vuole rimanerci, lui i suoi colori li ama e vuole imporsi con l’aquila sul petto. Il sogno Europa e se poi un giorno questa Europa si chiamasse Champions, allora Danilo potrebbe sognare davvero ad occhi spalancati.
Il piccolo gioiello di casa Formello in poco tempo sta diventando grande e chissà se un giorno davvero arriverà quella fascia al braccio non per soli nove minuti.