“Ma è una riserva della Salernitana”, “Ma questo che ne sa di come si fa il portiere”… e lo scetticismo sulla Nazionale di provenienza, quella albanese, la stessa di Tare. Pregiudizi a non finire pagando pegno di essere un giovane nato nella stessa patria del direttore sportivo che nell’ambiente biancoceleste è forse quasi più criticato del presidente Lotito.

 Arriva così Strakosha, arriva dopo aver passato l’estate col telefono in  mano aspettando una squadra pronta ad accoglierlo in B. Eppure la chiamata arriva dall’alto, dalla massima Serie, quella dei grandi. Arriva così in un attimo, quando Berisha parte e la tua vita cambia le carte in tavola. 

 

Ventuno anni e un martedì normale ti dicono che Marchetti no, non ce la fa e tocca a te scendere in campo proprio a San Siro. Una convocazione last-minute, non hai neanche il tempo di abituarti all’idea e appena un’ora prima del fischio d’inizio, ti catapultano titolare nella Lazio. Sei solo, adesso tocca a te. Il compito è difficilissimo, un tabù che esiste addirittura da prima che venissi al mondo. Ventuno anni e l’esperienza che non è la stessa di Federico e sai benissimo che se steccherai la prima poi non ti crederà più nessuno. Chissà quanti pensieri avranno attraversato la mente del giovane portierino mentre aspettava di scendere nell’arena. 

 

Sai che dovrai provarci, ma sarà complicato e complicato perchè davanti magari ti ritroverai Carlos Bacca e tanti più navigati di te. Faceva quasi tenerezza appena apparso sullo schermo, tra quei pali che mai come ieri erano scomodi perchè accompagnati dallo scetticismo più totale. Ma stai giocando nella Lazio, matricola tra i laureati come poco tempo fa era anche Donnarumma il portiere avversario, allora ci provi ed il viso spaurito inizia a prendere sicurezza come se fossi cresciuto in pochi minuti.

 

Strakosha è lì, è tra quei pali e sembra dire a tutti “Ciao piacere, sono Thomas!”. Il ruolo del portiere è difficile, forse il più difficile di tutti perchè se sbagli, sai che te ne daranno la colpa. Una parata goffa e sono brividi, ma il panico rimane nello spogliatoio. Non pari il tiro di Bacca , ma il dito in quel caso era da puntare verso gli altri. Salvi la Lazio da un quasi certo autogol di Bastos, “la parata più complicata” come ha detto lo stesso Thomas. Non arrivi su un rigore, ma questo succede anche a quelli più esperti di te, Marchetti per esempio. 

 

Con il numero di maglia 1, 21 anni appena, il portiere albanese dovrà dimostrare di essersi guadagnato quella maglia titolare e mettere a tacere gli scettici una volta per tutte. Marchetti sarà fuori per un pò e tocchera ancora a Thomas. Per lui un compito difficile: farsi le ossa con la Lazio!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *