Uno dei centravanti più forti della Lazio e primo nella classifica marcatori della storia: Silvio Piola, 274 gol e 537 presenze in Serie A. La figlia Paola, nel giorno del compleanno di suo padre, ha parlato ai microfono di radio Incontro Olympia.

 Inizia col ringraziare  i tifosi biancocelesti per il ricordo di suo papà, cosa che la inorgoglisce molto. Impossibile dimenticarlo , ma in questi anni  ha fatto lo stesso in modo di renderlo vivo nella memoria di tutti. 

 

Silvio Piola aveva un carattere molto particolare, continua a raccontare Paola e questo viene fuori ascoltando le storie di calcio che lo vedevano protagonista. Tutto quello che di più  bello è rimasto nella sua mente pensando al padre, è sempre legato al gioco.  “Lui era fatto così: per lui tutto diventava un gioco: chi faceva il salto più lungo, quello più alto..“. E’ stato un insegnamento importante anche per i nipoti, Silvio si divertiva a vedere giocare i pulcini, mentre oggi il calcio dei ragazzi è diventato troppo adulto. 

 

Crescere a Vercelli con un papà famoso e quasi non rendersene conto, perchè quando lei ed il fratello chiedevano il perchè lo salutassero tutti, lui si limitava a rispondere che erano amici. Il momento più amaro nella vita del campione, arrivò nel ’54 con l’abbandono del calcio giocato, ma la passione la portò avanti come allenatore. 

 

La Lazio nella vita di Piola: ” Sono stati nove anni essenziali per la sua formazione. E’ sbocciato come uomo. Lui ne parlava come un momento di full immersion. Era debitore per quegli anni. Non voleva andare a Roma  perchè ha tenuto sempre il Nord come punto di riferimento e pensava di andare all’Inter. La Lazio e la città invece lo hanno accolto a braccia aperte, il celeste di quella maglia gli è rimasto nel cuore”. 

 

Sul record minacciato da Totti, Paola Piola ha risposto: ” L’augurio che posso fare a mio papà è quello di conservare questo record. Non facciamo gli ipocriti. Ho stima per Totti e la sua appartenenza è un messaggio importante, però questi gol poi devi farli. Mi vien da dirgli solo : Provaci! “

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