A volte contestato, altre elogiato, c’è chi lo reputa “imprescindibile”, chi crede campi di rendita per essere stato l’eroe di quel 26 maggio e chi proprio per quel 26 maggio, ne subirà sempre il fascino non riuscendo ad essere obiettivo. Tutto questo è Senad Lulic, ribattezzato “er 71”.

 Deus ex machina, Senad, uno dei giocatori con la tigna più forte, che scalpita scorazzando per il campo e a volte ti risolve i problemi. Rientrato dalla propria Nazionale, si prepara a tagliare un traguardo importantissimo nel match contro il Bologna: 200 volte con la maglia dell’Aquila.

 

In nostro Lulic, 200 presenze, una storia scritta ,chi lo voleva con la maglia numero 71 e perchè no, anche con quella fascia da capitano che generò discordia, al braccio. Ecco quello che si potrebbe raccontare di lui. Senad che non è però solamente quel 26 maggio e che forse questo gli era andato un pò stretto in un periodo di malcontento. Senad che è vero, voleva andare via, ma che la lazialità l’ha sempre dimostrata, soprattutto rispondendo al classico sfottò giallotrosso: “C’è ricrescita, ma non c’è rivincita“, rimarcando ancora una volta che la storia c’è la fa e chi la racconta e la storia della capitale sarà sempre biancoceleste. 

 

Sono passati oramai 5 anni da quel primo gol con la casacca della Lazio e fu proprio contro gli emiliani, sarebbe bello festeggiare l’anniversario proprio con una rete! Il simbolo eterno della prima squadra della capitale staccherà il tagliando numero 200: Senad, ti auguriamo altre 100 giornate come il 26 maggio!

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