Ravel Morison, più croce che delizia, il “bad boy” per eccellenza dalla vita travagliata e fatta di molti bassi e pochi alti. Colui che stregò Sir Ferguson che lo volle a tutti i costi, che gli dedicò spazio nella sua autobiografia e disse “se metterà la testa a posto diventerà il più forte del mondo”, ma lo stesso decise di separarsene perchè l’irrequietezza del ragazzo e l’integralismo british non andavano per nulla d’accordo.

Lo strano caso Ravel che fu accolto dai tifosi biancocelesti e che già appena arrivato sentiva nostalgia della madre patria Inghilterra. Dire che agitò le acque è dire poco. Pioli gli tese una mano come solo un padre fa, eppure non bastò nemmeno quella. Poco minutaggio di gioco, anzi, quasi inesistente, per uno sbarbatello che aveva già conquistato tutti sulla fiducia. Dopotutto incantaare Sir Ferguson non è cosetta da poco e dimostra che a calcio ci sai giocare!

 

Nessun Morrison 2.0, come preferì altro al the’ delle 5, ha preferito anche altro alla carbonara nostrana. E adesso Morrison? Che ne sarà di lui? Futuro in Inghilterra si era detto, oramai fuori dal progetto “nuova Lazio” di Inzaghi si guardava altrove cercando una sistemazione. Tante voci, tante ipotesi, ma nessuna ha trovato fondamento.

 

In unltima battuta era arrivata la pista Hull City, ma il presidente Mike Phelan è intervenuto categoricamente: ” Stiamo iniziando a prepararci per il mercato di gennaio, ma per ora non ho sentito nessuna voce. Ravel è un ragazzo di talento. Ha avuto alti e bassi, rimane comunque un grande giocatore. Giovane e talentuoso, ma non c’è niente, non lo voglio, non ho alcuna intenzione di portarlo in questo club!”.

 

Possibile che così giovane sia destinato alla triste fine di quelli che per un carattere turbolento, secondo me troppo emotivo, sono destinati a buttare nel cestino un grande talento? Paragonato al grandissimo Gazza proprio per la vita travagliata e le abitudini sbagliate, il vero spreco è che Morrison non ha fatto neanche un decimo della carriere di Paul! Il futuro è ancora troppo incerto per lui e per quelli che come lui sono candele al vento. Dal profondo mi auguro che succeda qualcosa, che si smuova qualcosa e finalmente possa dimostrare il suo valore, anche se con la maglia dell’Aquila rimane forse pura utopia.

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