Niente Olimpico per i tifosi della Lazio: partita a porte chiuse, questa la decisione arrivata dall’Uefa a seguito degli eventi riguardanti Praga 2016.

 La Curva Nord si sa, è calda, anche troppo a volte e nel passato è stata scenario di cori, bandiere e saluti romani. Questo negli anni l’ha fatta finire nel disappunto dell’opinione pubblica. Nell’anno 2002/2003 ottenne il poco lusinghiero primato per il maggior numero di episodi razzisti. 

Tanto di quello che si dice è tristemente vero, ma tanto altro è pura suggestione legata ad un passato lontano nel tempo che però non sembra passare. Forse non tutti sanno che nel 1929, un certo signore di nome Benito Mussolini versò 1000 lire per aderire come socio al club biancoceleste. Un passato di cui molti vanno fieri nel tradizionale motto “di padre in figlio”.

Ma la politica è politica e deve rimanere fuori dagli stadi, dai discorsi calcistici e non è mia intenzione schierarmi, o dichiarare il mio Credo politico a favore dell’uno o dell’altro. L’eredità della Lazio però parla anche di questo: ricordiamo in primis Giorgio Vaccaro membro del Partito Nazionale Fascista. Un passato che pesa a quanto pare, basta far caso a come “Le Monde” si scagliò contro i capitolini per la scelta della maglia nera, secondo loro chiaro richiamo alle camicie fasciste. Mi venne da ridere e rido ancora adesso! Scelta stilistica non delle migliori perché, diciamocelo sinceramente, sembrava un po’ “a lutto”, una squadra poco allegra, ma oltre il design tutto il resto è lasciato alle stupide suggestioni. La Lazio dopotutto è nata prima anche del fascismo! Qualcuno ci fece anche ironia dicendo che a Di Canio sarebbe piaciuto tanto vestirla.

Io non voglio che questo mio discorso possa indignare, offendere o semplicemente sembrare di parte, esprimo solo un mio pensiero. E forse sì, parlo anche da una che anni fa in Nord ci stava, in quella Curva “brutta e razzista”. Sono una tra le tante voci che si rifiutano di essere etichettate per l’appartenenza ad un settore dello stadio o per il tifo verso una maglia. Sono una dei tanti che la politica la lascia a casa e non ne parla nemmeno al bar. 

Puntano sempre il dito perche’ se stai in quel particolare settore dello stadio, non ti è permesso nemmeno fare “buuu” che ecco lì: è razzismo! Ma nessuno vede che il “buuu” di disappunto quando si perde è rivolto a qualsiasi avversario tocchi palla? 

Io non dico che mai nulla accadde, ma quello è ieri, ora è una storia nuova. È la storia della “mia gente”, la gente a cui appartengo, una tifoseria che negli anni è cambiata ed è cresciuta come tutti noi. Purtroppo però per i media rimarrà sempre congelata ad un periodo forse non glorioso. Al periodo di tanti anni fa quando, pur essendo molto piccola, andavo allo stadio è leggevo : “Lazio in Europa e Winter nel ghetto”. 

Ecco quella magari era la Curva Nord difficile, polemica e razzista, non interamente però. Lo stesso non si può generalizzare. Parliamo di quello dicendo che sì, contro quel razzismo si deve puntare il dito ed indignarsi, ma ricordiamoci che appartiene al passato. Un passato in cui tristemente la politica entrava negli stadi di tutta Italia, in cui alcuni tifosi erano indifendibili. Andiamolo a vedere questo passato e ci accorgeremmo che non è solo quello della Lazio. 

Una storia di tanti altri stadi e tanti altri tifosi che portavano alte le bandiere di ideologie che col calcio non c’entravano nulla. E succedeva sì, succedeva anche lontano dalla maglia dell’Aquila. Io sono cresciuta ed ho spento molte candeline e come me lo ha fatto anche la tifoseria. 

“Winter nel ghetto”… Sono passati vent’anni, ne è rimasto un ricordo sbiadito, una brutta parentesi, vecchi merletti rimasti in un cassetto perché non vanno più di moda. 

Chiedo venia se sono sembrata troppo risentita, ma sembra davvero assurdo che una tifoseria che ha sempre appoggiato i suoi, Keita, Lukaku, Onazi e tanti altri che non sono “svedesi” , venga tacciata continuamente dello stesso capo d’accusa: razzismo! Che si privi al mister ed i suoi undici di godere del calore della propria gente, che venga scambiato un “buuu” per un’offesa razziale. Ma ci ricordiamo che nel caso Koulibaly vs Lazio, i supporters napoletani facevano lo stesso verso a Keita? Ve lo posso assicurare, io c’ero. Lo scandalo fu solo questo: a loro non accade nulla! Sapete perché? Perché nel loro passato non esiste nessun Mussolini, nessun Vaccaro, nessun Aaron Winter. 

 

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