E mentre la difesa crollava in pezzi pedina dopo pedina gettando il mister nel panico, veniva reintegrato in rosa Mauricio, lanciato Luiz Felipe, solo una cosa non cambia mai: Stefan Radu!
Passano gli anni, le stagioni, undici per l’esattezza, ma lui è sempre lì, tra passato e presente. Tournover massiccio, ma Stefan fa gli straordinari e rimarrà di guardia al forte sulla corsia sinistra.
Il romeno si sottrae così alle fitte trame che vedono titolari in panchina e la panchina titolare, ha potuto riposare solamente contro il Vitesse, quando l’emergenza non si era ancora scagliata contro la retroguardia laziale.
E così proprio Stefan dovrà aiutare i meno esperti Patric e Luiz Felipe.
LAZIALE
Undicesima stagione, certo lui sì che ne avrebbe da raccontare! Tra Radu e la Lazio il legame supera i numeri e le presenze, ma la sua lazialita’ si spinge ben oltre il campo. Capitano morale forse, amato dai tifosi, anche se qualcuno lo dava per finito a soli trent’anni, non è certo una coincidenza il suo essere rifiorito con l’arrivo di Inzaghi. Con il nuovo tecnico ha ritrovato l’entusiasmo.
Capitano morale sì, ma non capitano in quanto lui stesso si è tirato indietro dalla corsa alla candidatura per fascia preferendo il compagno Senad, che da laziale tal’e’, anche il romeno gli sarà sempre grato per quel 26 maggio. Non per non sottrarsi al peso della fascia al braccio ed a quello che significa portarla, questo sia chiaro, ma perché spesso non sono i gradi da leader a fare il leader, basta guardare Bonucci. Radu è comunque uno degli uomini spogliatoio più importanti.
Tra il nuovo e l’usato garantito, Radu è l’esempio di costanza, attaccamento alla maglia e voglia di giocare.
Cagionevole? Direi che tra tutti i “ragazzetti” fermi tra Paideia ed i box, Stefan possiamo definirlo davvero l’ultimo dei mohicani biancocelesti!