La Lazio, anzi, i suoi tifosi ancora una volta nell’occhio del ciclone. L’accusa? Sempre la medesima: antisemitismo. Inutile dire che la madre dei deficienti è sempre incinta, ma i supporters biancocelesti e noi di Yes We Lazio, ci dissociamo completamente da tale oggetto di scherno, mal riuscito e squallido, contro i romanisti.

Tante volte proprio noi laziali ci siamo indignati per le infamie verso i morti, a ciò che ledeva la memoria. Ora qualche cretino, perche’ di cretino si tratta, ha ben pensato allo sfottò del secolo, adesivi di Anna Frank con la maglia della Roma con la didascalia “giallorosso ebreo”.

Finché si lascia un ricordo mal digerito “Lulic 71”, è cosa normale, ci sta, ma quello che è accaduto domenica non ha nulla a che fare col calcio e soprattutto con la Lazio.

Vorrei dire questo ai giornalisti, TV, quotidiani che ci stanno attaccando: non mi vergogno di essere laziale, perche’ noi non siamo così. Non siamo infami, non ce la prendiamo coi morti, non siamo antisemiti, noi siamo solo laziali. Non giudicateci per uno o due, forse anche tre cretini. Non meritiamo la gogna mediatica!

Oggi avrei voluto parlare di calcio, ponendo l’accento sul momento magico, eppure sto qui a parlare di quattro idioti che hanno monopolizzato l’attenzione nazionale.

Ci tengo però a dire: il razzismo non è il nostro motto! Perché se qualcuno attacca adesivi, non significa che tutti noi attacchiamo adesivi.

Io ricordo cose ben peggiori dall’altra parte del Tevere, frasi su Chinaglia, Kolarov come Re Cecconi, uno “zingaro di merda” detto da De Rossi, gesti che non hanno destato scalpore né indignazione. Attenzione, non voglio cadere in questo gioco stupido “a loro no”, era solo un mio riflettere.

La Lazio non se la fila nessuno per meriti calcistici, passiamo alla ribalta solo per avvenimenti che col rettangolo verde non hanno nulla a che vedere. Ma per noi non è un fulmine a ciel sereno, è un film visto e rivisto, un attacco mediatico atto a destabilizzare l’ambiente. Questo, senza difendere il gesto squallido e nauseabondo degli adesivi, lasciatemelo dire però.

Permettetemi di difendere la gente di cui faccio parte, senza vittimismo alcuno. Lasciatemi esporre un pensiero.

Nessuno giustifica gli autori del gesto, anzi, li condanno senza appello alcuno, ma che siano loro a pagare. Avete presente quando a scuola qualcuno scriveva una parolaccia sulla lavagna e la maestra minacciava “se non mi dite chi è stato, punisco tutti”? Ecco, questo sta succedendo adesso. Vi sembra giusto? Vi sembra normale chiedere la chiusura della Nord per tre anni?

Qualcuno direbbe che negli anni la nomea c’è la siamo cercata, questo è anche vero, ma erano cose spiacevoli che succedevano in tutte le curve, in tutta Italia.

I colpevoli non si conoscono, ma i giornali li hanno già trovati: i laziali! Un paradosso. Mi ricordo anche nel 2013 quando a girare era l’adesivo di Anna Frank con la maglia biancoceleste. Ve lo ricordate? Non tutti e sapete perché? Perché non destò il medesimo caos nazionale.

Invece di cercare i diretti responsabili, si concentrano sul gettare fango addosso a tutti noi!

“Laziale” non significa “razzista”. Ribadendo il fatto che ci dissociamo nel modo più assoluto dal gesto, dico un’ultima cosa: paghino i colpevoli, a noi tutti lasciateci stare!

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