Dicevano di lui che era un giocatore in “disuso” quando se ne venne silenzioso a Formello per sostituire Candreva. Un anno fa nessuno credeva in lui, invece bastava una parola: fiducia.
Luis Alberto tutto famiglia, perché senza la moglie Patricia non potrebbe stare ed il suo piatto preferito che detto così non fa propriamente venire l’appetito; patatine fritte con uova. I gusti son gusti si sa.
Fuori Biglia, dentro Leiva, fuori Keita, dentro Nani… Ma l’acquisto per la stagione la Lazio lo aveva in casa già da un anno. L’ultima scoperta biancoceleste, giocatore chiavi in mano.
Chiamato come rimpiazzo di Candreva non trovava collocazione, prima dell’arrivo del nuovo Lucas però, Alberto era stato provato anche da regista. Non aveva certo la facilità difensiva di Biglia, l’argentino era la guida del centrocampo e sapeva abbassarsi per poi ragionare e smistare i palloni. Luis invece sapeva verticalizzare ed inventare in fretta tanto da essersi guadagnato la nomea del “fantasista”.
Arrivato nell’anonimato più assoluto, non riusciva ad ambientarsi, non parlava la lingua seppur il transfer Spagnolo/Italiano non è proibitivo, uno stile “troppo suo” , forse non “educato” ,stile che pero’ da lì ad un anno lo consacrerà al popolo biancoceleste proprio per gli arzigogolati virtuosismi. “Fallimento”. Era facile bollare un giocatore sconosciuto un anno fa. Uno che pensava di abbandonare non solo la Lazio, ma il calcio. Cambiar mestiere a 24 anni è anche roba facile, ma lì ci fu l’ostinazione di Simone Inzaghi che sapeva di averne intravisto il potenziale. Il mister che prima di trovargli collocazione lo aveva provato addirittura da regista!
Trequartista puro, ha stupito tutti: non solo gli addetti ai lavori, ma anche i compagni. Da zero a cento, l’incredibile parabola ascendente di Alberto ha fatto girare la testa anche alla Nazionale Spagnola che ha deciso di fare la telefonata realizzando il suo sogno.
Chiamatela scommessa a 25 anni, o forse non ce lo chiamate più, fatto sta che nonostante un mare di polemiche, Tare aveva avuto l’occhio lungo…. E ci aveva visto bene.
Ad Inzaghi serviva, ad Immobile servivano le imbeccate… Cotto e servito in tavola: partitazza con la Juve e si fa conoscere bene al grande pubblico laziale alzando la Supercoppa al cielo.
ORGULLO DE LUIS
Ciuffo biondo, forse un po’ troppo ossigenato ma ci siamo abituati, ricordate Anderson platinettato? Scorrazza per il campo “El Mago” e fa magie.
E le dedica alla sua famiglia, il gol al Milan dell’ex capitano biancoceleste infatti, lo ha dedicato a moglie e figlia, poi quello in Europa al secondogenito.
Ha sorpreso tutti sì, ma non Inzaghi Re Mida che aveva già previsto questa esplosione in grande stile.
I tifosi pendono dai suoi scarpini, si è guadagnato in pieno le luci della ribalta e nel buio del dimenticatoio no, Luis non ci vuole più tornare.
Il mister ha adattato lo schema tattico soprattutto per lui, da quando è salito in cattedra la squadra gira meglio.
Alberto intriga, meraviglia, lascia la smorfia di stupore in volto, “qualità” la parola chiave, gioca a testa alta e vede i compagni.
Suona quasi strano pensarlo come uno “dei nuovi” avendolo avuto in casa già per un anno, ma una cosa è certa: c’era Luis Alberto e c’è Luis Alberto 2.0.
Por delante de todos los campeón!