Con la partenza di Lucas Biglia, si è posata sul braccio dell’uomo che il 26 maggio, in quella giornata storica volò più di tutti vicino al sole: Senad Lulic.
Un simbolo di perpetua sconfitta giallorossa, la loro Waterloo e chi poteva incarnare meglio il “capitano della Lazio” se non lui?!
“Simbolo” sì, perché quel giorno di maggio, scrisse uno tra i capitoli più importanti nella nostra storia.
Andiamo ad oggi però, alla gara contro il Cittadella, perché il nostro Senad ha “spento una candelina” importantissima.
Un nome, il richiamo ad una Coppa al cielo, alla garanzia che in campo ci sarà sempre cuore. Questo il bosniaco con l’aquila sul petto.
Arrivato in quel della capitale, sponda Lazio nel 2011, stasera facendo il suo ingresso al 72’esimo minuto, il capitano ha collezionato la presenza numero 250 con la nostra maglia.
Un curriculum non da tutti: 191 partite in Serie A, 18 in Coppa Italia, 39 in Europa, 2 in Supercoppa e 25 gol realizzati.
Qualcuno dice che è scoordinato, casinista e casinaro, forse è anche vero, il piede non è alla Pelè, ma il cuore, ah, quella è altra roba.
È roba per i combattenti, per i “tignosi”, per quelli che non si attendono mai. Ed il calcio, a me personalmente, ha insegnato che con il carisma si possono scrivere grandi storie, lui la scrisse il 26 maggio, il calcio mi ha fatto capire che non è solo il mondo del grande fuoriclasse, ma anche di chi lavora sotto traccia.
Vi sembrerà confuso a volte, ma ogni tanto fermatevi e lasciate spazio anche ai “grandi lavoratori” , poiché anche loro è il rettangolo verde!
Tutto questo è il mio modo per dire grazie a Senad Lulic; IL CAPITANO DELLA LAZIO!