Avevate dimenticato i famosissimi “adesivi di Anna Frank” che scatenarono il putiferio? Che misero la Lazio ed i suoi tifosi al centro di polemiche, inchieste, gogna nazionale? Bene, c’è chi impropriamente ne torna a parlare menzionandoli ancora una volta associati al club biancoceleste.
Stavolta la Gazzetta dello Sport a parlare della prima squadra della capitale accostandola, stupidamente, al genocidio nazista.
Nella sua edizione odierna finalmente si parla anche di Lazio, ovviamente dopo aver nominato tutte le altre, addirittura dopo il Benevento.
“L’evento straordinario” però, nulla a che vedere con le questioni legate al calciomercato, all’indecisione di De Vrij che tiene i riflettori su di sé, o alle folli offerte ipotizzate per Milinkovic-Savic.
Ripeto, dopo tutte le altre, il Benevento anche per il noto giornale a quanto pare è più importante della Lazio, ecco un paragrafetto quasi inconsistente su Marco Parolo.
Fin qui, tutto scorre.
Accanto al “mini focus” però, eccoli riapparire: gli adesivi “antisemiti”, permettetemi di dire che solo la denominazione è impropria, lasciati in Curva Sud da parte dei tifosi biancocelesti.
Riferimento alla manifestazione che si terrà alla stazione Centrale di Milano il 23 gennaio in memoria dello Shoah, iniziativa a cui parteciperanno molte società calcistiche italiane tra cui Inter, Udinese e Napoli.
Adesso, non per fare eccessiva polemica, ma la storiella che ogniqualvolta si parla di nazismo e genocidio viene menzionata la Lazio, ha un po’ stufato.
Soprattutto perché calcio e politica sono due argomenti che non dovrebbero essere accostati, figurarsi uno sterminio che cambiò il mondo!
Due adesivi peraltro ideati nel 2013 dai romanisti e mai finiti sotto le luci della ribalta, di paternità però affibbiata a noi laziali.
Non è stata una svista nel modo più assoluto, ma una ulteriore pungolata verso la prima squadra della capitale e la sua gente. È ora di finirla!