Si recupera allo stadio Olimpico di Roma la 12^ partita di campionato, a scendere in campo contro le aquile è l’Udinese , la gara si chiude con un perentorio 3-0 a favore della Lazio forte dei gol di Nani e Felipe Anderson, che seguono l’autogol di Samir.
Inzaghi incontra il suo vecchio compagno di squadra Oddo, che da quando ha preso in mano i bianconeri friulani è riuscito a dare una svolta alla classifica ed anche al gioco, non si vedono in campo Marusic, Lulic, Luis Alberto e l’infortunato Immobile, al loro posto Basta, Lukaku, Felipe Anderson, Nani, ed il recupero di Radu che sposta Wallace nel suo ruolo naturale, il modulo è il solito 3/5/2.
L’allenatore dei friulani si mette a specchio, con lo stesso impianto di gioco, è consapevole che questa Lazio è in palla, e cerca di non esporsi, la partita infatti nei primi minuti vive di un equilibrio tattico che non lascia emergere nulla, se non la grande qualità dei piedi dei laziali, che sono in grado di inventare calcio in qualsiasi momento, e dal nulla.
La gara deve essere aperta in qualche modo, e come diceva quel vecchio detto, la fortuna aiuta gli audaci, al minuti numero 21^ la fortuna aiuta l’audacia di Milinkovic quando entra in area come un caterpillar dentro un cantiere, mette al centro la palla che trova una deviazione prima di Bizzarri, e poi arriva la sulla testa di Samir che mette la palla in rete, quella sua però, ma Lazio in vantaggio, bello usufruire di un po’ di fortuna anche noi .
Come capita spesso, una volta aperta la partita, c’e’ sempre un piccolo calo di concentrazione,e l’udinese approfitta di un momento in cui l’asse centrale della squadra era sbilanciato a sinistra, ed allora dalla destra friulana sono bastati due passaggi per mandare Barak in porta da solo, che si butta negli spazi lasciati vuoti in quel momento da Basta, proiettato in avanti, Strakosha compie un vero e proprio prodigio quando ormai tutto sembrava perso, una parata ai confini delle leggi della fisica.
Il primo tempo non ha tanto da dire, qualche folata indecisa di felipe, e qualche incomprensione nel dialogo con la palla, l’arbitro Banti manda tutti a prendere un po’ di tisane negli spogliatoi.
Secondo frazione che si apre con il botto, e con una Lazio che torna sui livelli mondiali a cui siamo abituati, Lukaku alza di una trentina di metri il suo raggio di azione, sollevando il baricentro notevolmente, e quando succede questo non c’e’ avversario che tenga lo strapotere di questa corazzata laziale.
Al 47^ azione di rimessa MIlinkovic riesce con una magia ad innescare la corsa sulla fascia sinistra di Felipe Anderson, arriva con la velocità di un cobra quando morde la preda fino in fondo, quando sta per finire il campo con il sinistro serve il maestro del calcio, Nani, che batte di prima intenzione verso la porta difesa da Bizzarri, 2-0 è grande Lazio.
Biancocelesti che in scioltezza arrivano in porta come e quando vuogliono, sia con lo sviluppo della manovra con la palla giocata, sia con le soluzione con palla da fermo, l’udinese con il suo mister cerca di mettere qualche giocatore con caratteristiche offensive esponendosi al contropiede dei capitolini.
Strakosha , un po’ annoiato, in una partita dove la Lazio è talmente troppo forte e dominante, vuole tenere sulla corda il popolo biancoceleste che si stava rilassando, pronto trascorrere gli ultimi minuti in pace, regala una palla a De Paul che arriva in anticipo su de Vrij preso in controtempo dalla giocata maldestra di Thomas, scambia al limite dell’area di rigore con un suo compagno che lo mette in porta, ed ancora Strakosha fa vedere che lui c’è, e che sarebbe stato pronto comunque, facendo la seconda parata da lince delle nevi.
Prima di andare negli spogliatoi c’è il momento giusto affinchè si sblocchi anche la perla brasiliana, Felipe Anderson, colui che in una gara riesce a farmi provare tutte le sensazioni possibili, mi fa passare dalla rabbia all’amore facendomi provare tutto quello che c’e’ nel mezzo a questi due sentimenti.
La partita è sul viale del tramonto e Lulic serve Felipe Anderson dopo aver recuperato una palla, lo lancia perfettamente, Pipe s’invola colpendo la sfera con la sua folta chioma, passo dopo passo aumenta di velocità, la palla è sempre li, accanto al suo padrone, non può lasciarlo, si lascia coccolare, Danilo sembra ormai rassegnato, la perla brasiliana entra in area di rigore ormai con la forza della sua gente con non lo lascerà sbagliare ancora una volta, e lui questo lo avverte, diagonale, palla che si va ad imbustare nella porta dell’udinese, cantare il calcio è questo il tuo mestiere , signor Pipe.
Partita mai in bilico, per una Lazio che continua a segnare come mai ha fatto nella sua storia, siamo a 56 gol, chiude il girone d’andata con 40 punti,record, il precedente era di Pektovic con 39, il possesso palla di questa squadra è di una qualità sublime, la maturità nella gestione della panchina divina, senza rimpia