Va in scena allo stadio Olimpico di Roma la 23^ gara della serie A, e la Lazio affronta il Genoa dell’ex Ballardini, i capitolini si vedono battere dal grifone per 1-2 , la marcatura biancoceleste è stata messa a segno da Parolo.
Inzaghi cerca di non stravolgere tatticamente la squadra, e rinuncia all’inserimento di Felipe Anderson dal primo minuto preferendo Mugia nel ruolo che di solito ricopre MIlinkovic, Lukaku va a sostituire l’altro assente per squalifica Lulic, il modulo è sempre il 3/5/2, seconda da titolare consecutiva per Caceres.
Come prevedibile Ballardini scende nella capitale con l’atteggiamento più auspicabile che esiste, mette la squadra tutta, o quasi, dietro la linea della palla pronti a ripartire con velocità ed anche buona qualità.
Nel primo tempo il volo delle aquile è sempre fermato dal muro dei rossoblu genoani, che non concedono nemmeno l’aria per respirare ad Immobile e company, ed in più come sappiamo tutti molto bene le caratteristiche della Lazio non sono proprio quelle giuste per scardinare difese schierate, ma con le ali cosi veloci sarebbe preferibile affrontare squadre che applichino un minimo di palleggio nella metà campo laziale.
Lo spartito della gara è di una lettura molto semplice, anche un bambino di 3 anni lo avrebbe capito, Lazio con poca intelligenza in avanti, non crea nulla, non fa vedere nulla di quanto è stata devastante questa squadra fino ad oggi, e la verità è che anche nella prima frazione di gioco il Genoa è stata più pericolosa della Lazio, Perin inoperoso.
Il secondo tempo sembra avere un motivo diverso, e la Lazio prova con più veemenza a farsi sotto, proprio quello che voleva il Genoa, i capitolini si fanno vivi con una bella azione dalla sinistra finalizzata da Leiva con un tiro deviato da un difensore Genoano.
Al 9^ il gol di Pandev, che ogni Laziale “ a na certa maniera” avrebbe pronosticato , anche in virtù del non gioco dei laziali, difesa scoperta, e non è la prima volta, dalla destra con l’asse ancora spostato tutto a sinistra, complice uno sventurato intervento di de Vrij che lascia il macedone dal dente avvelenato libero di battere Strakosha.
Il gol del pareggio è immediato, e Parolo, che anche oggi dimostra di essere giocatore di carattere superiore, raccoglie alla perfezione e di volo un cross arcigno di Caceres dalla destra tiro potente e preciso che lascia secco Perin.
E’ proprio nel momento del pareggio che la Lazio termina la sua gara, da annotare solamente i cambi al 24^ entrano Nani e Felipe Anderson ,per Mugia e Marusic , ed un tiro in diagonale di Immobile che impegna Perin seriamente.
I biancocelesti non cambiano mai il passo, gli esterni si incaponiscono in soluzioni personali che a volte restano fini a se stessi, le sovrapposizioni senza palla sono assenti, ed è per questo motivo che il gioco soffoca al limite dell’area di rigore del Genoa, i cambi non incidono, anzi peggiorano la situazione.
Dal mio punto di vista l’unico cambio da fare sarebbe stato Murgia per Caicedo, che avrebbe dato un punto di riferimento per la difesa del Genoa, molto fisico, ed avrebbe potuto lasciare molto spazio agli inserimenti di Immobile sfruttando le sue sponde, ma con il senno di poi non si va da nessuna parte.
Difficile sollevarsi ora dopo una batosta del genere, non solo per come è avvenuta, ma per aver lasciato i tre punti più importanti di Febbraio proprio in casa, ed anche in ottica Napoli, che ad essere realisti andare con questa apatia ad affrontare la squadra di Sarri si rischia di uscire dal S. Paolo con un passivo pesante.
FORZA LAZIO SEMPRE, SOLI CONTRO TUTTI
PAURA MAI, AVANTI LAZIO