Un posto solamente e tre giocatori forti a contenderselo. Simone Inzaghi ha il difficile compito di dover gestire Alberto, Anderson e Nani.

 Uno sbocciato di colpo quest’anno complice l’infortunio di Felipetto proprio, un altro il numero 10 per eccellenza nonostante qualcuno lo chiama ancora “promessa futura” e poi l’ultimo arrivo portoghese che ha gia’ vissuto le glorie del calcio essendo stato un caposaldo del grande Manchester United.

Tutti e tre vogliono giocare per tre diverse motivazioni: 

Luis Alberto ha scoperto l’amore del popolo laziale rialzandosi in maniera superba da un anno veramente brutto, quando il pensiero era stato solamente quello di abbandonare il calcio. Adesso invece si è conquistato non solo la Lazio, ma anche un posto in Nazionale spagnola.

Felipetto vuole ad ogni costo riprendersi quello che aveva prima dell’infortunio dimostrando che, oltre a qualche malcontento e qualche prova evanescente, rimane “Made in Brazil”.

E poi c’è Nani, una storia più complicata da raccontare. Una carriera costellata di grandi successi, la Champions alzata al cielo, la militanza per tanti anni tra le fila dello United. Poi gli infortuni, il declino della forma fisica e adesso vuole la sua seconda chance per uscire dalla antipatica etichetta di “vecchia gloria”. In ballo c’è per lui anche la chiamata al Mondiale. Per questo, secondo voci di corridoio, il cambio a Bucarest, il basso minutaggio, avrebbero creato un pò di “maretta” tra lui ed Inzaghi. 

Non volendo giustificare la prova non convincente del portoghese offerta giovedì, penso però che a pesare siano anche due fattori: il primo la poca contiuità, soprattutto quando ti viene preferito Caicedo, secondo punto riporta proprio a Caicedo e cioè se passi i palloni ad uno che non tira in porta, ogni tentativo va a morire inutilmente. Poi normale che la colpa la danno anche a te, che questo sia giusto o no. 

Per il mister è difficile ed ogni volta è come affrontare un mal di denti: la titolarità di uno crea scontento agli altri due. 

Il gruppo prima di tutto, per questo, per il modulo adottato dal tecnico piacentino, i tre non possono giocare insieme.

Aveva tuonato l’entourage di Anderson, Nani non si è presentato a Formello due giorni prima della partita contro l’Hellas, ma tutto ciò non destabilizza Simoncino che continua il suo lavoro senza cedere alle pressioni.

Ovviamente la panchina si vive male rispetto alla titolarità inamovibile, specialmente quando sai di essere “titolare”. 

Conviene ad Alberto che nel suo ruolo è abbastanza al sicuro, la staffetta che si consumerà nel tempo, riguarderà più che altro Nani/ Anderson. 

Il problema ovviamente è nettamente migliore di quello di qualche anno fa: meglio avere tre campioni e dover scegliere, che scegliere tra tre “scarpari”.

 

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