Sono laziale e stasera come molti altri stavo congelando seduta sul mio seggiolino all’Olimpico. E certo mi dispiace, mi dispiace aver perso in un modo così cattivo come è perdere ai rigori, ma sono lo stesso contenta.
C’era la neve come cornice su questo ultimo scampolo di “invernata” romana, c’erano tante bandiere nonostante la temperatura quasi proibitiva.
C’era la gente che cantava, che esclamava “oh no” ad ogni pallone che non entrava e soprattutto, c’era la Lazio.
Quella che rappresenta in tutto il suo capitano Lulic: quella che combatte, che non molla mai, quella del “conta er core” e tutto il resto è una ferita che si rimargina presto.
E nonostante mi dispiaccia tanto per Strakosha che aveva parato abbandonando però troppo in fretta l’esultanza, sono lo stesso contenta.
Mi dispiace per Luiz Felipe buttato lì a tirare un rigore ,che poi sbagliare capita a tutti, prendete Messi in persona ne sbagliò uno sanguinoso.
Mi dispiace per Leiva e se dal dischetto uno “straccio”, resta comunque colonna portante di questa squadra, a lui perdoniamo davvero tutto.
Sono lo stesso contenta, nonostante l’infame e bugiardo risultato.
Lo sono per Parolo e Senad, i due senatori che hanno fatto esultare gli spalti, lo sono per Felipetto Anderson che non ha dato margine di polemica o del rimpianto di averlo fatto entrare tirando fuori Alberto.
Corsa, gambe e cuore: grazie lo stesso, questa partita l’avete vinta ed il tabellone non conta.
Se ci fosse qualche piccolo risentimento, è soltanto perché la vittoria sarebbe stata ampiamente meritata.
Per i rigori piansero persone come Baresi e Baggio in un lontano 1994… Conta er core sopra ad ogni cosa: GRAZIE DI TUTTO RAGAZZI!