Finisce così, ai calci di rigore l’avventura di coppa Italia per la Lazio che concede la finale al Milan di Gattuso per 4-5 dcr, errori fatali dal dischetto di Milinkovic, Leiva e Ramos.

Inzaghi mette la squadra titolare al gran completo, non vuole cali di tensione, il Milan di questi tempi è squadra dura fisicamente, concentrata, di corsa, sa arroccarsi in difesa per sfruttare le doti di contropiede, non fa nulla di particolare a livello tattico, ma ti mette, e ti sa mettere in difficoltà a modo suo.

Dunque lo schema di gioco che il mister capitolino impiega è il solito 3/5/2, dopo il turno di riposo, di nuovo tra i titolare de Vrij, Prolo, Lulic, Luis Alberto, gioco fluido e piacevole quello delle aquile, che al contrario della squadra di Gattuso sa cosa deve fare, conosce le dinamiche di gioco, ed i calciatori eseguono a menadito i dettami tattici di Inzaghi e Farris.

Parolo in continuo pressing asfissiante sul Rodriguez, giocatore preposto a tirare il calcione in avanti, e dall’altra parte Milinkovic su Kessie, praticamente l’alterego di fase di Rodriguez solo con porzioni di campo opposte.

Lazio ad avere il possesso di Palla, al quanto scontato come canovaccio tattico, data anche l’incapacità corale del Milan ad organizzare una vera a propria trama di gioco, i biancocelesti chiudono nella loro trequarti i diavoli, e creano diverse palle gol, belle le parate di Donnarumma su Immobile prima di testa e poi in uscita quando il bomber viene imbeccato da un tacco di rubino di Luis Alberto.

Milinkovic ha una strafottenza ed un dominio al centrocampo imbarazzante, riesce ad avere la meglio quasi sempre, e quando perde palla lo fa con per eccesso di leziosità, errore, perché quando si incontrano squadre dotate di fisico e contropiede, si posa il fioretto e si infilano i guantoni da pugilato.

Il primo tempo se ne va con una sola parata per Strakosha su un tiro da fuori di Suso, ed un brivido corso per un colpo di testa concesso a Romagnoli dopo che l’arbitro Rocchi, arbitraggio da tifoso rossonero per lui, quasi un Pellegatti con il fischietto,non aveva fischiato una carica enorme sul portiere biancoceleste.

Secondo tempo dove la Lazio nei primi minuti soffre una lieve flessione fisica, ed il Milan affonda un paio di volte, Calabria lanciato in porta sulla destra si trova a tu per tu con Strakosha, ma il portierione Laziale compie un prodigio, e l’altra palla creata dalla sinistra, destra laziale, vero lato debole delle ultime gare, dove Chalanoglu da ottima posizione la spedisce fuori.

Lazio che alla fine del tempo regolamentare si ritrova con un vantaggio di azione d’attacco del doppio di quelle del Milan, ma non si è riuscito a servire con palle pulite e nitide Immobile che comunque ha interpretato la gara nel migliore dei modi, ed anche la vivacità di Felipe Anderson , subentrato nel secondo tempo a Luis Alberto contribuiscono ad avere un dominio assoluto della gara.

Iniziano cosi i tempi supplementari, le due squadre si affrontano con molta tenacia, nessuna delle due ci sta a perdere, e gli spazi si fanno sempre più stretti, trovare un pertugio è quasi impossibile, ancora il possesso palla in mano alla Lazio ancora il Milan che prova a ripartire.

La palla clamorosa nel secondo tempo supplementare ce l’ha Kalinic, quando in un’azione di rimessa da corner biancoceleste si trova praticamente davanti a Strakoscha con un rigore in movimento, ma il giocatore rossonero fallisce meramente il tiro ed anche i supplementari terminano.

I calci di rigore non sono commentabili, è andata in finale la squadra con più fortuna al momento, non so fino a quando questo periodo florido possa continuare, perché di gioco vero e proprio per il Milan non se ne parla proprio.

Non c’è nulla da recriminare nel comportamento dei nostri ragazzi e del nostro mister, che hanno dimostrato di essere di categoria superiore tatticamente e tecnicamente a questo Milan che per una strana congettura astrale si giocherà la finale contro la Juve.

Vicino ancora di più alla squadra, ed a tutti i suoi componenti, il primo obiettivo e saltato, ok saremo pronti per il prossimo, e poi per quello dopo, perché noi siamo laziali, e non molliamo mai, sempre a testa alta.

FORZA LAZIO SEMPRE, SOLI CONTRO TUTTI
PAURA MAI, AVANTI LAZIO.

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