In uno stadio Olimpico di Roma vestito a festa per ospitare l’andata dei quarti di finale della Lazio, va in scena una partita fantastica che le aquile dominano per 4-2 contro un forte Salisburgo, le reti biancocelesti sono state sistemate dietro le spalle dell’estremo difensore austriaco da Lulic, Parolo, Felipe Anderson ed Immobile.

Lazio che Inzaghi,oggi festeggia 42 anni, sistema in campo con il 3/5/2, MIlinkovic torna titolare con Lulic e Radu, Luis Alberto a sostegno di Immobile, confermato titolare ancora una volta Ramos, il Salisburgo risponde con un 4/3/1/2 che ha più la forma ed i movimenti di un 4/3/3 puro, il tecnico Marco Rose si capisce che è abituato a vincere ed affronta la sfida a viso aperto, con tutte le conseguenze che andremo a vedere.La partita è brillante tatticamente e fisicamente, i ritmi sono indiavolati da entrambe le parti, ma la qualità delle aquile prende il sopravvento al minuto numero 8^ quando da un’azione partita da Strakhosha che con un lancio lungo cerca e trova Milinkovic sulla sinistra, il gigante stoppa di petto e serve Immobile che vede la corsa di Basta sulla destra , quest’ultimo mette una palla dentro tesa e precisa per Lulic che con un piatto ad incrociare porta in vantaggio le aquile.

Il Salisburgo è non ci sta e cerca di stringere i tempi affrontando la Lazio a testa bassa come un toro, a proposito del loro sponsor, ne esce fuori per i minuti a seguire una gara piacevole ed equilibrata nello svolgimento e nella fruibilità della palla.Al 30^ minuto ennesimo rigore dubbio, anzi inesistente ai danni della Lazio, concesso gentilmente dal direttore di gara rumeno Hategan per una presunta manata di Basta su un giocatore della squadra austriaca, il braccio sinistro che trova la spalla e poi il volto dell’avversario in modo leggero, ma l’arbitro indica il dischetto e Berisha fa gol, ed in segno di sfida si rivolge verso la curva nord facendo il gesto dell’aquila.Scattano i nervosismi sugli spalti, l’Olimpico diventa una bolgia incandescente, quasi come fosse un altoforno pronto ad esplodere, ne consegue un periodo della partita molto disordinato ma con gli uomini di Inzaghi che vorrebbero mangiarsi l’erba, è questo il giusto atteggiamento.

Qualche minuto dopo un chiaro fallo da rigore su de Vrij che viene strattonato in area per la maglia, forse il suo avversario voleva la sua casacca, ma l’arbitro sorvola, e qui ancora una volta paghiamo l’assenza di uomini di spessore al comando dello sport Italiano.

Due sussulti per i cuori biacocelesti arrivano tutti e due entrambi da Milinkovic, il primo il sergente cincischia con Immobile e prova un tiro che finisce fuori da posizione favorevole, il secondo di testa da solo servito da un grande capitan Senad, ma la sua inzuccata termina fuori da posizione ottimale per fare gol indisturbato, tutti negli spogliatoio tra il parapaglia dei calciatori laziali che cercano l’arbitro per dirgliene quattro, ma poi arriva mister Inzaghi e glie ne dice otto.Secondo tempo che comincia ancora meglio del primo, una Lazio gagliarda e compatta che la mette sulla corsa e sulla grande abilità nel cercare la superiorità numerica, pochi minuti occorrono per riportare i capitolini in vantaggio, dopo appena 3” della ripresa Luis Alberto viene premiato in corsa in area sulla destra dopo una bellissima azione corale, lo spagnolo mette la palla al centro e ad aspettarlo c’e’ il tacco di Parolo che segna un gol bellissimo da rapace dell’area di rigore.

Lazio in vantaggio, assistiamo alla prima girandola di cambi, fuori un Luis Alberto che non la prende bene al suo posto Felipe Anderson, e fuori Basta dentro Patric, dall’altra parte entra un certo Minamino, che il vero laziale già sa come andrà a finire, soprattutto quando c’è quello vicino che ti dice: “Minamino, ma chi è questo ao”.

Detto, fatto, dopo nemmeno 1 minuto dal suo ingresso il giapponese approfitta di una serie di carambole che lo favorisce e gli permette di pareggiare il conto incredibilmente, storie da Lazio tranquilli, e siamo 2-2.Come d’incanto si accende la luce, colpita nell’orgoglio e nall’anima questa squadra da il meglio, e poi oggi c’e’ il record di presenze all’Olimpico, e 45000 laziali meritano di strabuzzarsi gli occhi dalla beltà delle giocate.

Pipe alias Felipe Anderson al 28^ innesca una serie di marce che lo lancia a velocità che potrebbero bruciare l’erba del campo di gioco, non so nemmeno quanti giocatori salti e quanti non hanno avuto il coraggio di contrastarlo, fatto sta che entra in area di rigore e con un destro rasoterra lascia secco il portiere per un gol di pregevole costruzione, e dall’immensa qualità di finalizzazione.  Vantaggio ristabilito, ma i biancocelesti hanno qualche cosa questa sera, hanno la luce interiore, il fuoco sacro, la spinta del suo popolo, le urla della gente laziale che con fragore riempie la notte romana, ed è tutto cosi magnificamente bello.

Lucas Leiva, no mica uno qualsiasi, sdra

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