Cari tifosi…
Che voi siate biancocelesti come noi, o giallorossi come gli altri, è ora di riportare il “derby di Roma” al significato originale e non ai fatti di cronaca che dipingono la stracittadina come una partita che non deve essere giocata di sera.
Da anni questo match pare non avere giusta collocazione, intenso e buttato lì, con l’orario sempre da decidere poi, “lavori in corso”, basta ricordare che non permisero la prima serata nemmeno a quel famoso 26 maggio.
Il nostro derby “balsonato”, il più sentito della Serie A, non poteva essere giocato col buio. Un comportamento verso noi capitolini ingiusto, ma che ci siamo meritati negli anni per gli eventi che lo hanno deformato e ne hanno deturpato lo stesso “blasone cittadino”.
Lo stadio è il posto più bello per ogni tifoso, la sua casa, quella dei nonni, padri e figli, è il giorno di festa.
Nasce per questo e solo questo dovrebbe essere, non teatro di accoltellamenti e risse. Perchè si va a vedere una partita, non in trincea. Tutte le misure di sicurezza, giudicate a volte “eccessive per una partita”, i tornelli, le file, in fondo in fondo, ce li siamo voluti un pò anche noi
Laziali e romanisti, nemici sì, ma per 90 minuti e poi solo persone che seppur “nemici nel DNA capitolino” , hanno in comune uno stesso amore per diversi colori.
E’ ora di dire BASTA! E’ ora di mettere in risalto le coreografie, ridere sull’ironia di qualche sfottò particolarmente simpatico, ma soprattutto è ora di canalizzare l’attenzione sul gioco e sul tifo sano, quello bello, quello della città eterna!
È il nostro derby, il derby capitolino: emotivo, sanguigno, ma pur sempre 90 minuti e non una vita. Il derby delle fragilità, bello senza i suoi estremismi.
Sicuramente questa mia lettera aperta lascerà il tempo che trova, ma più che una “richiesta a..”, è una “richiesta per..”, è forse la sola speranza di una tifosa come tanti.
Uniamoci a coloro che cantano, tifano e sventolano bandiere. Sorridiamo agli sfottò che ci sono stati dall’alba dei tempi e ci saranno sempre.
Manifestiamo l’amore per i nostri colori in primis e l’odio lasciamolo a casa!