Il presidente dell’AIA Marcello Nicchi, ha parlato a Radio Anch’io Sport su Radio Rai Uno trattando tantissimi temi, dallarbitraggio di ieri nel derby fino al possibile sciopero della classe arbitrale:
«Mazzoleni impeccabile nel derby? Ieri è stato uno dei tanti. Nella giornata di ieri si è confermato che i nostri arbitri sono di grande valore e sono il fiore all’occhiello di una Federazione che non esiste e che è in grande difficoltà. Situazione gravissima per gli arbitri? La siutazione interna è drammatica. Non ci si rende conto dei pericoli per la classe arbitrale. Le cose si aggravano. Ci si preoccupa del nostro 2% per le elezioni in sede di Federazione e non dei problemi da risolvere, è una cosa incredibile e imbarazzante. Le minacce a Oliver? Nello sport si deve parlare di sport. Mi preoccupo di migliorare il livello degli arbitri italiani, ciò che accade all’estero non ci compete. La cosa drammatica è che noi siamo il fiore all’occhiello di una Federazione piena di problemi e si cerca di andare a toccare la nostra autonomia. La decisione del Coni va a toccare un diritto che abbiamo acquisito. E’ contraria allo statuto del Coni e della FIGC. La presenza non è espressamente vietata anche se non espressamente prevista. Sono cose che vanno a turbare un mondo di grande privilegio e che arriva nel momento chiave di tutti i campionati».
Sciopero degli arbitri
«Sciopero? La cosa che sto facendo è cercare di evitarlo. Però se un giorno qualcuno arriverà al campo senza arbitri non dovrà rimanere sorpreso perché le sezioni non ce la fanno più. In Spagna, in Germania e in Inghilterra, gli arbitri fanno parte delle elezioni. Fa impressione che il Coni voglia andare contro a questo diritto per darlo ai professionisti. Perché oggi viene fuori questa storia? Perché vogliono indebolire il peso politico degli arbitri. Vogliono aprire nuovamente scenari nefasti, che potrebbe dare l’inizio a una nuova Calciopoli. Il 2% che abbiamo, inorgoglisce il nostro movimento e non influisce nelle decisioni globali. Non ci si preoccupa minimamente del problema dei rimborsi dei volontari. E’ un’organizzazione che non funziona. Un ragazzo non può avere il rimborso dopo 7 mesi, perché sono soldi che anticipano i genitori».
Violenza nei confronti dei direttori di gara
«La violenza? Un ragazzo di 18 anni è stato picchiato da uno di 32 e nessuno dice una parola. Noi non vogliamo scioperare ma ci costringeranno perché i genitori non manderanno più i ragazzi ad arbitrare. 100 arbitri picchiati in un anno e qui ci si preoccupa del nostro 2% in sede di elezioni. Le famiglie non lo sopportano più, perché non si sostiene più questa situazione. Bilancio sproporzionato verso i professionisti della classe arbitrale? Io tutti i giorni sono in tutta Italia a seguire la base, non i grandi che non hanno bisogno di essere difesi. I vertici sono un punto di riferimento per la base, che noi dobbiamo proteggere. Una nuova Calciopoli? C’è qualcuno che vuole mettere le mani sugli arbitri. Il nostro 2% a chi gioverebbe? Solo la Serie A. Mettere le mani sugli arbitri significherebbe che ognuno direbbe la sua senza fare i conti con noi, che adesso siamo autonomi. Oggi gli arbitri sono garanzia per tutti, contrariamente a quanto successo in passato».
Sulla Juventus e le proteste dopo la gara con il Real
«Proteste della Juve a Madrid? Io devo essere rispettoso degli altri. La devono gestire gli organismi internazionali. Non mi permetto di dare giudizi sull’operato tecnico. Buffon è un grandissimo campione che si avvia a una grande carriera dirigenziale e quando siamo a certi livelli bisogna stare attenti a ciò che si dice, perché ci ascoltano i bambini e i ragazzi. Io avrei difeso l’arbitro fosse successo in Italia. Non può essere minacciato. Ci sono poi gli organismi preposti che devono giudicare i comportamenti di tutti gli atleti in campo. Se ci fosse un arbitro che dà fuori di testa all’improvviso, andrebbe sotto all’esame dell’AIA ma anche dell’organizzazione della Procura Federale. Agnelli contro Collina? Non mi posso permettere di intervenire nei confronti di un altro dirigente del calcio italiano. Perché l’arbitro non va a controllare sempre le azioni tramite il Var? Il designatore che amministra il Var ha già spiegato tutto. E’ uno strumento da tutti accettato e da tutti voluto. Ci sono cose che non fanno parte della visibilità. L’arbitro scambia opinioni in modo silenzioso durante la partita, decine di volte. Il famoso silent check che permette all’arbitro di non andare sempre a vedere il video. Decide comunque sempre l’arbitro in campo e questo è un caposaldo. Quando ci sono dei dubbi devono andare al monitor, ma non lo possono fare ogni volta che c’è un episodio da rivedere. Agnelli non si ricorda dell’episodio di Muntari? Se all’epoca di Muntari ci fosse stato il Var, quell’errore non