Non vorrei tornare sul solito discorso dei due pesi e le due misure, ma il solito becero atto vergognoso firmato “giallorosso”, è andato in scena allo stadio Olimpico.
È il Liverpool che si giocherà la finale di Champions League, ancora una volta vincono loro e passano gli altri e la colpa… Beh, dell’arbitro che domande!
Alla fine del match, la compagine inglese ha voluto dedicare il trionfo a Sean Cox, il tifoso Reds in coma a causa di una aggressione brutale da parte di un gruppo di delinquenti romanisti.
I giocatori del Liverpool hanno mostrato così uno striscione rivolgendo al cinquantenne il motto del club: «You’ll never walk alone».
Il momento di commozione non è stato rispettato però sugli spalti romanisti, almeno per un idiota, perché così merita di essere chiamato che ha deciso di brandire l’immagine di Sean Cox e non a scopo solidale. Il ragazzo infatti, ha compiuto il gesto per schernire la tifoseria avversaria dall’altro lato della vetrata che delimita il settore ospiti.
La foto è stata condivisa subito su Twitter dai sostenitori del Liverpool indignati, inutile dire che in pochi minuti ha invaso i social.
Un fake? Purtroppo non sembrerebbe proprio.
Essere abituati allo sfottò becero, al coro che inveiva contro la memoria di Paparelli, è sintomo di un “tifo malato” lasciato impunito troppo a lungo.
La scia di infamie, i capitoli di violenza che hanno alle spalle, soprattutto in Inghilterra, con l’aggressione ai danni dei supporters del Chelsea avvenuta ad ottobre 2017, avrebbero dovuto essere sanzionati pesantemente, magari vietando proprio la trasferta a Liverpool. Invece no, quello era il periodo delle 4 figurine “scandalose”.
La storia stessa lo racconta: si portano dietro la croce di morti, accoltellamenti, insulti e degli adesivi di Anna Frank, impuniti nel 2013.
Ovviamente non si indignerà nessuno perché è “solo goliardia”!