Ovviamente la Roma esce e si rimettono in discussione gli arbitri europei, detto ciò mettiamo un punto sull’argomento perché è inutile parlare della mancata indignazione verso i torti subiti da noi.

Tutto è stato scatenato dalla la ‘parata’ di Alexander-Arnold sul tiro di El Sharaawy in Roma-Liverpool.

Torniamo al VAR, che non è stato accolto benissimo dai tifosi, forse nemmeno dalla società.

sia il presidente dell’AIA che quello del CONI hanno espresso la volontà di introdurre la moviola anche nelle coppe europee. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Marcello Nicchi si è espresso in questo modo:

«Var? Noi siamo partiti in anticipo perché abbiamo un gruppo di arbitri fantastico. Dobbiamo lavorare ancora, migliorare, ma i risultati sono ottimi e un calcio senza Var non è possibile. Per carità, abbiamo sbagliato e lo faremo ancora. Capita ai giocatori, succede agli arbitri. Ma i vantaggi della tecnologia sono evidenti. Semifinali di Champions? Ma no, ci sono state delle sviste pesanti e molte ai danni delle nostre squadre, ma è frutto della casualità. Certo, gli errori gravi sarebbero stati cancellati con la Var. E per questa ragione sono convinto che quanto prima avremo la tecnologia anche in Uefa».

MALAGO’

«Per dovere e rispetto istituzionale sono stato in Uefa a parlare con Ceferin, che stimo molto per il suo pragmatismo e concretezza. Dopo aver parlato dell’organizzazione di uno dei gironi dell’Europeo 2020 a Roma e della partita inaugurale all’Olimpico, dove è coinvolto anche il Coni per l’Olimpico, abbiamo affrontato il tema della Var. A nome delle società di Serie A ho chiesto come mai la Uefa non l’ha ancora adottata considerando l’incredibile importanza delle coppe europee e gli interessi sportivi ed economici che muove. Risposta? Ceferin mi ha spiegato che è solo una questione di tempo. Ultime giornate? In vista delle ultime giornate, sarà scontato ma va ripetuto, alla classe arbitrale chiedo equilibrio e saggezza anche per certi aspetti e valutazioni: non ci scordiamo che la Var non è una scienza, punto. Ci sono gli elementi umani che devono entrare nell’ordine delle idee, di chiamarla e di valutarla».

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