Poteva andare meglio sì, ma poteva andare anche peggio perché di fronte avevi una squadra che sa giocare a pallone, che vuole come te raggiungere il suo obiettivo.

 Champions ed Europa League sono tutte lì attaccate ad un solo giro di giostra. Il tempo degli scivoloni accettabili è finito: o si entra o si esce.

Le idee sono chiare, ogni squadra ha le sue, anche in zona retrocessione la sfida è al cardiopalma in questo campionato che è stato tra i più avvincenti degli ultimi anni.

Senza Parolo, senza Radu, senza Immobile, perdendo a gara in corso Luis Alberto. Non lo chiamate “solo un punto”, perché non lo è.

Aggiungete che non stavamo giocando contro il Benevento, con tutto rispetto per i campani, ma opposta c’era una Atalanta in piena esaltazione agonistica. Quinta difesa dell’intera Serie A.

Un punto che sì, può far storcere la bocca perché potevano essere 3, ma si rischiava di non ottenere nemmeno quel punticino che ti fa storcere la bocca.

La Lazio forse ha sofferto quello di ieri più di ogni altro match della stagione. Caicedo, seppur a segno, non è Immobile, la difesa croce e delizia. Occasioni perse sì, ma anche i bergamaschi hanno perso tanto lungo la strada, grazie soprattutto al super Strakosha. 

Un punto solo, che però lascia l’Inter a meno 2.

E signori miei, ecco perché mi sento di dire che quello portato a casa ieri, non è “solo un punto”!

 

 

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