Pensare che fino ad una settimana fa, il Sassuolo rischiava di dover competere per la salvezza. In tanti, me compresa, avevano ipotizzato il “biscotto del San Siro”, invece i neroverdi irriconoscibili, erano usciti vincitori dopo aver battuto l’Inter.

 Un bell’assist servito dalla compagine di Iachini alla Lazio, che però non ha saputo sfruttarlo.

Sprecona e traballante, solite occasioni da gol che griderebbero vendetta, solita ansia da prestazione che non permette ai biancocelesti di chiudere le  pratiche importanti.

Una squadra fortemente rimaneggiata che però era sempre davanti ad una in zona retrocessione e se pensi che combatti per la Champions League, certo non ti aspetti un pareggio.

Troppe falle, dall’attacco alla difesa, che mi fa tremare al sol pensiero di perdere De Vrij, che tanto per non darci l’ennesimo colpo al cuore, in quel di Crotone è stato tra i migliori in campo. Almeno avesse giocato male, dico tra me e me, sarebbe stato più facile vederlo andare via.

Più di tutto, oltre che per noi che ci credevamo, mi dispiace per Senad Lulic. Vi chiederete magari il perché di questa affermazione, semplice, il capitano è stato l’unico a dare tutto, a dare l’amima, a non fermarsi mai. Chi inneggia ai piedi sopraffini, dovrebbe dare merito invece “ai grandi lavoratori” poiché sono loro che spingono il grande ingranaggio che è la squadra in campo.

Cross da dimenticare quelli di Wallace, inutile sarebbe stare qui ad indugiare sulle svarionate di Caicedo che a porta praticamente vuota, Cordaz aveva fatto una grandissima stupidaggine, decide di fare un pallonetto. Beh, vi posso assicurare che quella palla l’avrei buttata dentro anche io che facevo la ballerina e non il calciatore.

Mi piange il cuore, ma devo ammettere, che Iddio mi perdoni, anche Felipetto Anderson non è stato degno di nota. Il brasiliano ha approcciato la gara con un atteggiamento che ai più è risultato “odioso”, a me “sofferente”. Era proprio lui a dover fare la differenza, invece quello che c’era da sbagliare, inspiegabilmente lo ha sbagliato al 70%. Ma ha un gemello? No, perché questo ho pensato.

Milinkovic-Savic chiaroscuro, inizia male, si riprende tardi, ma tardi non è meglio che mai, tardi è tardi, soprattutto se ti stai giocando una qualificazione in Champions League con una settimana d’anticipo senza poi il patema Inter!

Quello che salverò sempre insieme a Leiva, è Alessandro Murgia. Ecco, lui aveva l’atteggiamento che è mancato a Felipetto Anderson. 

Radu lo perdoniamo, forse un rientro troppo veloce il suo dopo l’infortunio, forse avrebbe dovuto riposare e tornare solo quando certo della massima forma fisica.

E se mentalmente ci aspettavamo di dovercela aggiudicare all’ultima di campionato, come fu nella notte sofferta al San Paolo, emotivamente non sono arrabbiata, ma “stremata”. Stanca di copioni già visti, dove la Lazio, sistematicamente, riesce a floppare le occasioni ghiotte, soprattutto dopo la gioia regalataci dal Sassuolo la sera prima.

 

 

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