A Premium Sport parla Senad Lulic analizzando la gara non nascondendo il rammarico:
«La Lazio non ha perso stasera la Champions, due-tre turni prima potevamo chiudere il discorso. Oggi non dovevamo nemmeno affrontare questa partita in queste condizioni di classifica, mi dispiace per questo e per come è andato il risultato. Ci meritavamo la Champions, il prossimo anno ci riproveremo di nuovo. Abbiamo dominato fino al rigore. Non abbiamo imparato dai nostri errori, come è successo a Salisburgo. Ci mancano poche cose per arrivare a livelli migliori. De Vrij? Tanta delusione anche per lui, penso che è stato un professionista fino alla fine. Gli auguro le migliore cose. Si è parlato anche troppo della sua situazione, in settimana. Lui è stato tranquillo come sempre. E’ stato un professionista serio. Ci prendiamo le nostre responsabilità. Oggi abbiamo giocato anche bene. Ci è mancata la furbizia, l’esperienza per completare il lavoro che abbiamo fatto quest’anno».
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«E’ un peccato sicuramente non andare in Champions League così, ma penso che la stagione comunque rimanga positiva, siamo arrivati a pari punti con l’Inter. Il discorso Champions non è stato perso oggi, dovevamo chiuderlo molto prima, ci sono state partite sbagliate, come domenica scorsa a Crotone. C’è sempre il rischio di giocarla fino all’ultimo, poi prendere due gol su palla inattiva fa male. Dobbiamo ripartire pensando che siamo una squadra con grandi giocatori, mancano centimetri per arrivare più in alto anche in Europa, bisogna essere più furbi, proteggere meglio il risultato, anche oggi lo abbiamo fatto male, sapevamo che l’Inter era forte sulle palle inattive – ha dichiarato Lulic – Nessuno ci credeva a questo campionato, dobbiamo essere orgogliosi e ripartire dopo le vacanze col ritiro di Auronzo. Abbiamo avuto occasioni per chiudere prima e conquistare la Champions, siamo mancati in concentrazione, furbizia. Stasera, avere il risultato di 2-1 a fine primo tempo era già un bel vantaggio, non si dovevano prendere due gol nel finale. Sono le piccole cose che fanno la differenza».