Siamo nel momento atteso, ma allo stesso tempo più temuto dai tifosi. Il carosello delle illusioni e delle delusioni sta per aprire i battenti. I biancocelesti quest’anno vivono una preoccupazione in più legata alla partenza di Milinkovic-Savic.

Anche se ufficialmente dovremmo aspettare un mesetto, per vie “ufficiose” tante trattative sono già in corso o addirittura concluse. Non è un mistero che sarà proprio il gigante serbo a tenere banco: Lotito ha fissato il prezzo base, 100 mln, tanti soldi sì, ma non abbastanza se paragonati a ciò che la Lazio perderebbe.

Mezza Europa è pronta all’asta con cifre folli, da Parigi a Manchester, soprattutto il PSG che oramai non si fa scrupoli nel mettere mano al portafogli per l’agognata Champions League.

La risposta di Claudio Lotito sembra scontata: perché non venderlo a quelle cifre!

Quale sarebbe però la scelta più giusta, o meglio, la scelta più in linea con il “progetto Lazio” che nella prossima stagione sarà alla spasmodica rincorsa di un piazzamento in Champions e di grandi traguardi in Europa League?

Iniziamo col racconto di come Milinkovic-Savic approdò alla Lazio, perché è giusto ricordare che questo ragazzo la maglia biancoceleste la volle a tutti i costi. I capitolini e la Fiorentina si erano battuti a colpi di offerte, finché non fu il club gigliato a spuntarla, ma quando Sergej si trovò ad apporre la firma sul contratto, scoppiò in lacrime ed abbandonò la stanza. I dirigenti Viola rimasero basiti, l’agente del centrocampista dovette chiamare Tare in fretta e furia perché il calciatore, in un pianto a dirotto aveva dichiarato di  voler vestire l’aquila sul petto proprio come uno dei suoi idoli Sinisa Mihajlovic.

E questo è il prologo ed è giusto rinfrescare la memoria in un periodo dove si parla solo di “mercenari” a caccia di contratti.

Torniamo alla domanda originale: perché è un errore venderlo?

Di mezzo e per nulla scontata , la dubbia capacità di reinvestire garantendo un innesto all’altezza di quello precedente, cioè trasformare in valore effettivo sul campo la somma intascata. Se vendi un tuo gioiello, la questione non ruota solamente intorno alla plusvalenza, ma nel saper aumentare il potenziale della squadra. Altrimenti la storiella sarebbe la solita del gatto che corre intorno per acchiapparsi la coda e poi appena si ferma, si rende conto che la coda è proprio lì. Non so se sono stata chiara, spiegando meglio puoi rincorrere i talenti per poi avere l’amara consapevolezza che il talento lo avevi in casa e lo hai ceduto.

“Unico”, queste le parole di Igli Tare parlando di Milinkovic-Savic. La Lazio appartiene ad una fascia medio-alta, come puoi pensare di fare il salto privandoti dei tuoi pezzi migliori?

Sarebbe il caso di salvaguardarli più a lungo possibile senza esporli alle attenzioni altrui, perché non si cullano i campioni solo per poi rivenderli.

Ci sarebbero 100 milioni di buoni motivi per non vendere Milinkovic-Savic…ma elencarli tutti sarebbe troppo lungo e complicato, così vediamo quelli più importanti.

Giovane
Sergej è all’alba della sua carriera, il margine di crescita è mostruoso.

Talentuoso
oltre la stazza fisica che la fa da padrona ma lo stesso non lo ostacola, non è facile trovare in giro un giocatore in grado di calciare con entrambi i piedi, preciso, capace di partecipare sia alla manovra offensiva e difensiva.

Contratto
un lungo accordo lega Sergej alla Lazio, la data di scadenza infatti è fissata per il 2022. Nessun rinnovo in ballo, nessuna questione che potrebbe diventare una “rogna” di cui occuparsi in fretta, nessun fantasma di “parametro zero” dietro l’angolo.

Milinkovic-Savic è ad ora uno dei pilastri della Lazio, ha davanti una strada che porterà alla “consacrazione” già bella che avviata. Sicuramente arriverà il momento dell’addio, ma questo momento può essere ancora lontano negli anni.

Lotito ha tra le mani un vero gioiello e deve far sì che le strade si separino tra molto tempo, ha l’obbligo di trattenerlo.

Ambizioni europee, puntare in alto in campionato, questa società non può essere continuamente un ricettacolo di mere plusvalenze, unico obiettivo del mercato.

Va bene, i soldi sul piatto possono essere davvero tantissimi, ma poi dove si trova un altro Milinkovic-Savic? E soprattutto, a che prezzo? Sicuramente ad una cifra non in linea con il budget capitolino.

 

 

 

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