Era la squadra di un semi sconosciuto Petkovic pescato chissà in quale cantone svizzero che ebbe il merito di rialzare una squadra caduta negli ultimi giorni di campionato.

Vladimir durante il ritiro a Norcia, seppe spronare i suoi ragazzi ed insieme a loro divenne un’altra leggenda biancoceleste.

Per l’occasione è stato intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’. Ecco di seguito i commenti rilasciati.

Cosa le fa capire l’importanza di quel successo?
«Non importa dove mi trovi. Ovunque io incontri laziali, tutti mi dicono: “Grazie per il 26 maggio!”».

Della festa cosa ricorda?
«Continuò per mesi. I tifosi esultavano ogni partita allo scoccare del 71′, quello del gol di Lulic. Per tutta l’estate c’erano aerei che sorvolavano la città con striscioni relativi a quella partita. Incredibile».

Della Lazio attuale cosa pensa?
«Inzaghi è l’uomo giusto al posto giusto. Gli mando i miei complimenti, anche se mi dispiace per come è finito il campionato. Il discorso Champions andava chiuso prima. L’Inter era morta dopo la sconfitta col Sassuolo, ma col pareggio dei biancocelesti a Crotone è resuscitata. Una squadra di quel calibro non sbaglia due volte in una settimana».

 

 

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