Claudio Lotito, al margine dell’edizione per il Premio intitolata a Pietro Calabrese, ex direttore de La Gazzetta dello Sport e Il Messaggero scomparso nel 2010, è intervenuto ai microfoni dei giornalisti presenti.

«La mia presenza qui è legata a un rapporto di amicizia con Agnocchetti. Quando sono arrivato era stato messo da parte e gli ho ridato il ruolo che meritava. La situazione della Lazio era gravissima e Antonio mi stava sempre vicino. Oggi abbiamo una società solida che può vedere il futuro con grande fiducia. L’aspetto sportivo è legato a fattori imponderabili, anche se ci siamo levati qualche soddisfazione. Quando sono entrato c’era l’assioma del più spendi e più vinci, io l’ho ribaltato. Credo che la cosa più importante sia stata comunque quella di aver riportato 70.000 persone allo stadio. La Lazio ha recupera la sua gente. Il ruolo da presidente è una posizione delicata. I presidenti coltivano sentimenti e passioni comui che hanno l’obbligo di conservare e tramandare. Dobbiamo rappresentare, tramite i campioni che scendono in campo, un modello dei valori dello sport, il merito che è venuto meno soprattutto in Italia. Tutti possono fare tutto, dal Presidente della Repubblica all’allenatore della nazionale. In questo mondo si è perso l’aspetto deontologico. C’era un vaglio prima su quello che veniva proposto, oggi chiunque può scrivere».

«A Viterbo una volta sono andato a fare un convegno sul sistema duale, a un certo punto mi telefonano dicendo che c’era stata una forte contestazione. L’ansa veniva da un corrispondente locale che non era presente ma aveva saputo la cosa da chi ci stava. Sono tre anni che non parlo e spesso leggo cose assurde, forse sono ingombrante e do fastidio. Nella vita c’è chi fa il protagonista e chi la comparsa, è un problema di DNA. Io mi auguro che la Lazio sia ricordata bene, abbiamo vinto qualche trofeo. Coniugare il risultato sul campo con quello economico è molto importante. In passato non bussavano le altre squadre, oggi devono chiedere permesso. Su Milinkovic ho rifiutato 110 milioni il 29 di agosto, non lo so quanto vale».

CHAMPIONS

«Non mi piace fare dietrologie, abbiamo perso, poi recriminare se è giusto o meno è inutile. La Lazio poteva avere posizioni di classifica diverse, è stato riconosciuto da tutti. Io ho portato la Var e la gol line technology. Stiamo cercando di rendere migliore questo sport perché il principio fondamentale è che deve vincere il merito, nel calcio non si può fingere. I fatti stanno sotto gli occhi di tutti, come i bilanci che sono pubblici»

DE VRIJ

«L’unico problema con l’Inter è quanto fatto a ridosso della partita. Sapevamo che de Vrij aveva un accordo con l’Inter, ma abbiamo avuto fiducia nella serietà del giocatore nello schierarlo, e fatalità quel giocatore ha fatto degli errori. Le scelte le abbiamo fatte noi, Inzaghi e io. L’Inter avrebbe dovuto evitare di mettere in difficoltà le persone. Se il contratto ce l’hai da gennaio perché dici di averlo depositato a ridosso della partita?».

MILINKOVIC-SAVIC

« Offerte per Milinkovic-Savic? Non è un problema di prezzo, Milinkovic-Savic sta bene alla Lazio».

Nell’intervista di ieri, Tare – durante la premiazione Football Leader – ha definito il centrocampista un campione:

«Tare fa il direttore sportivo, ha la competenza tecnica per dire se un calciatore è valido o meno. I giocatori si dividono in quattro categorie: normali, buoni, ottimi e campioni. Milinkovic-Savic appartiene alla categoria dei campioni. Felipe Anderson? Anche lui è un campione».

 

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