In questi anni sono sempre stata in bilico, scissa in due tra raffiche di malcontento e raffiche di euforia. Perché in fondo questa è la Lazio, o per meglio dire, è lo specchio di chi la gestisce.
Non ho mai sopportato però il “defilarsi”, della dirigenza e ben che meno sopporto il gettarsi contro la squadra da parte di alcuni tifosi davanti ad una sconfitta mentre si fa il contrario quando si sale sul carro dei vincitori, dove il posto è assai più comodo.
Da parte della società sono arrivate le solite “manfrine rincuoranti” della serie “questo è il momento di ripartire”, ma da cosa?
Ed ecco servita in tavola la risposta:”Ripartiamo da Inzaghi “, cosa abbastanza scontata visto che l’allenatore ha un accordo pluriennale. Ecco servito il primo “contentino”.
Di promesse in questi anni ne abbiamo sentite a bizzeffe, ma un segnale forte non è ancora arrivato. Non puoi costruire pareti solide se non hai gettato prima le fondamenta. Il segnale che voglio è quello che non venderemo nessuno tra i nostri “gioielli”, ma che il mercato sarà puntato a colmare le lacune viste quest’anno, il gap tra panchina e titolari.
Sappiamo tutti che davanti alle offerte milionarie sarà difficile girarsi dall’ altra parte, quello che chiede il tifoso laziale però, è la possibilità di ripartire da qualcosa di “reale”.
Le uniche notizie che ci sono arrivate invece, riguardano appunto Inzaghi, mentre le altre società sono pronte a far esplodere le polveri.
Quello che mi preoccupa non è aver perso la possibilità di tornare in Champions League, non è neanche non poter ambire allo scudetto, quello che mi preoccupa è che stiamo cercando ancora i colpevoli della sconfitta contro l’Inter senza cercare invece di migliorare.
E quello che mi ha sempre preoccupato del mercato è stato il non vedere la dirigenza mettere un allenatore nelle condizioni di fare al meglio il suo lavoro, ma trasformarlo poi in un “capro espiatorio”, guardate ad esempio Pioli.
Si parla spesso di “coperta corta”, di panchina non adatta, però diciamo che il ragionevole dubbio è stato concesso:
“Aspettiamo di vedere che fa Caicedo, se hanno voluto Di Gennaro ci sarà un motivo, aspettiamo Neto e Jordaö”…
È sempre un tutto “va bene aspettiamo”, ma il salto di qualità quando arriva?
Per carità, nessuno sta cercando di andare contro un mercato ancora non iniziato, è giusto sostenere la squadra, è giusto sostenere il suo mister . È anche giusto non scagliarsi contro Caicedo perché, se fosse stato un campione, nessuno te lo avrebbe regalato ad un prezzo da discount.
Adesso se ne sono resi conto, ma intanto che succede? Che non avrà mercato e rimarrà sul libro paga, sarà la giustificazione al non poter permettersi l’ingaggio di un vero top player, perché i nomi sul libro paga pesano.
E purtroppo non è solo Caicedo ad appartenere a questa categoria…il magazzino di Formello è pieno!
Un magazzino riempito di tanti buoni propositi, di tanti “salti di qualità” finiti male.
In tanti dicono che è presto, che bisogna aspettare, come se non lo facessimo da tempo immemore, che il mercato è ancora lungo, ma io mi chiedo solamente perché non sia ancora arrivata una voce e perché Lotito non parli di ambizioni.
Non ho mai sentito dire da nessun dirigente della Lazio che vinceremo l’Europa League! Questo mi preoccupa. Non l’ho ancora sentito ed era una cosa che aspettavo dopo il 20 maggio.
Il “salto di qualità” non è ambire a rimanere nelle prime 5/6/7 del campionato perché così vai in Europa, ma una grande squadra punta a vincerla!
Qualcuno ancora parla di gestione oculata, io parlo di mancanza di obiettivi.
Si parla di gestione oculata, ma non c’è un vice di Strakosha , un ragazzino che in una squadra “top” sarebbe un vice e non perché non abbia talento, anzi penso tutto il contrario, ma per la poca esperienza . Nella Lazio invece fu scaraventato al San Siro perché non c’era nessuno più esperto di un esordiente.
Io vorrei pensare a che ne so, Wayne Rooney per esempio, ma se lo dici la gente ride perché sei laziale e si sa che non puoi sognarlo Rooney.
Un dejavù infinito.
La cosa che mi disturba, anzi che mi fa male è che, ogni estate, puntualmente ci illudiamo e ci ritroviamo solamente con tesserati di belle speranze ed al momento dell’arrivo sono semi sconosciuti pescati chissà in quale cantone di chissà quale Primavera.
Non abbiamo tempo , non c’è tempo.
Formello non deve essere una fattoria per tenere a pascolare i giovani in attesa che siano pronti al debutto, non deve essere un centro di recupero per tenere i calciatori in Paideia, perché i calciatori devono arrivare chiavi in mano. Questa è l’ama