Sono, anzi, siamo in parecchi a pensare che la probabile cessione di Felipe Anderson possa sbloccare la trattativa per arrivare ad Alejandro Gomez ed in questi giorni è nato il dualismo che vede i due giocatori a confronto. Vogliamo provare anche noi a fare un paragone…

Asse caldo tra Atalanta e Lazio…quanto ancora sentiremo questa frase! Da due anni a questa parte infatti, l’oggetto dell’attenzione biancoceleste è  El Papu, ma le manovre capitoline hanno sempre trovato la strada chiusa. Almeno fino a due settimane fa, quando la posizione dell’argentino è improvvisamente mutata: da “incedibile” alla voglia di andare via da Bergamo.

E noi che, due estati or sono, storcevamo un pò il naso sull’acquisto, dopo aver assistito alle  brillanti stagioni dell’Atalanta, Alejandro ci ha conquistato sì e e mentre noi assistevano,  Gomez intanto cresceva arrivando a varcare la soglia dei 30.

Lotito, Tare ed Inzaghi continuano a desiderarlo, ma se questo desiderio fosse arrivato troppo oltre? Calcoliamo che le sue quotazioni hanno subito un ribasso, lo status di “incedibile” ha lasciato spazio al via libera sul mercato, senza dimenticare la stagione appena conclusa, buona sì, ma sicuramente sottotono rispetto alla precedente. Che l’Atalanta abbia visto lungo?

Rimane il fatto che il gap tra richiesta ed offerta è di 5 mln, intendiamoci, 15 mln su uno di trent’anni non li fa facile nessuno, pensate la Lazio!

Vogliamo parlare di futuro? Ovviamente sì, perché El Papu garantirebbe ai biancocelesti ancora poco tempo di brillantezza, in tanti sappiamo che un ruolo come il suo, dove devi per forza di cose correre, essere una scheggia, consuma i calciatori abbastanza in fretta.

Il tormentone Gomez ci assilla oramai da due estati, che sia diventato anche un puntiglio per Lotito che vuole averla vinta su Percassi nel muro contro muro?

Felipe Anderson invece è l’esatto contrario: potrebbe brillare in biancoceleste ancora per un lungo periodo, se solo volesse. Difficile riassumere il discorso tra Pipe ed i tifosi. “Instabile”, così come in molti reputano il suo rendimento, ma, almeno per me, il brasiliano è il migliore in campo anche quando dà il suo peggio.

Una mano al suo scontento l’ha data il West Ham arrivando a bussare alla porta di Lotito, ma 40 mln significano svendere un talento cristallino, non sarebbe solo una grande perdita, ma un grandissimo rimpianto.

Gli Hammers sono riusciti a spaccare ulteriormente quei tifosi già confusi, tra chi lo saluta e chi lo prega di rimanere.

I calciatori in preda al malumore sono difficili da gestire e lo spreco sarebbe assai più letale se parliamo di Felipetto Anderson. Sarebbe come avere in garage una Ferrari, ma non poterla mettere in moto perché non hai i soldi per la benzina. Il mio ve l’ho detto, il migliore in campo anche quando dà il suo peggio, perché il suo peggio brilla di luce propria, scuola Santos dopotutto non mente. Quella scuola che ha fabbricato alcuni dei più grandi talenti che siano mai stati donati al mondo, un certo Pelè riassume tutto.

Vorrei che Pipe rimanesse, ma al primo piccolo errore, al contrario di tanti altri, verrebbe additato come l’ultimo degli “scarpari” ed io mi troverei a scrivere memorie difensive infinite….

La Lazio penserà alla plusvalenza soprattutto dopo aver perso De Vrij a parametro zero, ferita indelebile. Anche chi però ce l’ha con lui, non può non innamorarsi ad ogni giocata “brasiliana”, ad ogni scintilla.

Dottor Jekyll e mister Hyde, instabile, così bello e così poco incisivo, picco ed abisso.

Quasi 40 milioni, è questo il suo valore? Nel mercato che vive di richieste folli e di calciatori ostaggio della follia dei club di appartenenza, reputo che siano troppo pochi.

Papu e Pipe: giocatori a confronto, chi preferisce l’uno e chi l’altro, ma quale sarebbe davvero il bene della Lazio?

 

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