Cataldi, Lombardi, Palombi tutti e tre frutto del fornito vivaio laziale e dal futuro che sembrava scritto tra i “grandi” della prima squadra, a Danilo, il centrocampista di Ottavia, era stato addirittura affibbiato il soprannome di “capitan futuro” con l’assicurazione che prima o poi, quella fascia si sarebbe posata sul suo braccio.

Invece qualcosa è andato storto e si sono persi nella girandola dei prestiti, o “usati” come futura moneta di scambio.

La Lazio ha sempre avuto una “cantinetta” capace di tirar fuori calciatori che nel tempo il grande pubblico ha imparato ad ammirare, uno su tutti Alessandro Nesta, allo stesso tempo però, per i più la strada cambiava curva strappandoli ad un futuro che sembrava scritto.

Cataldi aveva tutte le premesse per diventare un simbolo di lazialità, un portabandiera, poi però Inzaghi ha fatto la sua scelta e si chiama Alessandro Murgia. Per Danilo non c’è stato più spazio ed ha dovuto cedere le stigmate del predestinato all’uomo della Divina provvidenza in Supercoppa.

Lombardi era stato protagonista di un esordio con rete ed infine Palombi, anche a loro non è stata data la possibilità di diventare gregari biancocelesti che aspiravano poi al ruolo di protagonisti.

“Ragazzi perduti” che vivono il prestito forse come un primo rifiuto, come un allontanamento non capendo che è una chance di crescita e non capendo ciò, non riescono ad imporsi con la società.

Alessandro Murgia anche è finito nella bufera delle critiche, ma per lui c’è la speranza ancora viva di poter maturare nella Lazio e non lontano da essa, chissà se un giorno, quando sarà cresciuto abbastanza, quella fascia non si posi proprio sul suo braccio facendolo diventare l’uomo biancoceleste, romano di Roma, che i tifosi aspettano.

Dove sono finiti Cataldi, Lombardi e Palombi? Persi nella girandola infinita dei prestiti.

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