L’amore finisce quando ci si torna a salutare e non quando ci si odia dai lati opposti in un locale. Eh già, adesso la Lazio avrà un nemico in più, un innamorato non corrisposto, o forse non era corrisposto il “procuratore da incubo” quello da cui la Seg, agenzia tristemente nota a noi laziali per un altro “caso”, ha fatto scuola.
Vi dico tre parole e non sono sole-cuore-amore:
Keita, Lotito, Calenda. Do you remember?
Balde El Loco, così viene definito dai neofiti, ovvero i suoi nuovi tifosi del club cino/lombardo, è approdato alla corte di Luciano Spalletti, un tipo più da delizie che da croci.
E Candreva “zero gol in stagione”?
Vedi che succede ad andare all’ Inter per vincere!
Torniamo però al nostro ex gioiellino tutto piedi e zero testa.
Keita abbandona la Lazio un anno fa, indovinate un pò?
Neanche a Monaco lo reggono, allora telefono alla mano, chattano con Lucianone su WhatsApp e marcia su Milano.
Sponda nerazzurra, ormai diventata la rimessa delle barche della Lazio, si aggiunge alla lista di ex anche il nostro Keitinha.
Prestito a 5 milioni con diritto di riscatto a più di 30… In pratica il prezzo per il quale la Lazio lo lasciò partire.
Insieme a lui però, rieccolo. Ve lo eravate dimenticato? Lui però non ha dimenticato la Lazio e non si è risparmiato.
Dopo un anno lontano dai riflettori e senza poter scrivere Tweet al vetriolo, sentiamo ancora parlare il “procuratore da incubo”, Roberto Calenda.
Illustrando l’operazione che ha riportato il suo assistito a calcare il palcoscenico più entusiasmante rispetto al campionato dove è stato parcheggiato per un annetto, non ha perso occasione di tirare frecciatine alla Lazio.
Che poi, l’egregio signor Calenda, dovrebbe ricordare che qui a Roma Balde è stato sempre portato in palmo di mano dai tifosi e se i rapporti si sono logorati alla fine, forse la colpa è solamente del “claustroagente” che voleva fare il protagonista.
Che si è lanciato in una guerra “social” contro tutti, contro Tare, Lotito e compagnia bella, sbagliando non solo le parole, ma anche il modo!
Ed ecco le solite paroline velenose, per nulla velate, indirizzate a Lotito e la Lazio.
«Alla fine della scorsa stagione. Una sera a cena parlando con lui mi sono reso conto che Keita aveva un conto in sospeso con l’Italia e che quei 16 gol con la Lazio non erano l’apice della sua carriera in Serie A, ma solo l’inizio. Da lì è nato tutto».
Il Monaco ha ridato a Keita il sorriso dopo anni di prigionia alla Lazio…. Ecco come ha continuato l’egregio signor Calenda..
«Intanto vorrei ringraziare il Monaco, club con signorilità notevole: hanno ridato a Keita sorriso, serenità e spensieratezza, dopo anni di tensioni e promesse fatte e mai mantenute dalla dirigenza della Lazio. Non sono sorpreso che abbiano deciso di lasciarlo andare all’Inter: l’operazione, una volta realizzata interamente, potrà portare benefici a tutti»
Beneficio soprattutto al procuratore, questo non lo dice mai nessuno, come nessuno dice mai che spremono le “gallinelle dalle uova d’oro”.
Sarà che questi procuratori sono artefici in gran parte di un calcio che non conosce più bandiere?
Troppo spesso cadiamo nell’errore di incolpare i calciatori, non che siano esenti dal “peccato originale” di guardarsi un pochino intorno, ma chi muove i fili è sempre il “burattinaio” che si cela nell’ombra… anche se oramai l’ombra non la conoscono nemmeno più.
Money, money, money… È il denaro che muove il mondo e le altre stelle!