«Io ho iniziato qui da professionista a 18 anni e ne ho fatti 6 in Italia. E’ un grande campionato, mi piace molto».
Queste le parole di Balde Diao Keita nella conferenza stampa dell’Inter che annuncia il suo nuovo giocatore.
Ma caro mio sbarbatello, dove hai fatto il professionista in Italia? Chi ti ha dato una possibilità? Chi ti ha regalato la fortuna di non avere neanche 25 anni ed essere già un protagonista papabile di “vita da ricchi”? Per chi non lo conoscesse è un reality show americano.
Che vi ho tirato fuori… Ma non sono certo in discussione i miei gusti televisivi, ricordiamolo.
Tornando all’ex Barcellona spedito a calci in quel di Formello perché neanche lì lo tolleravano più, è deprimente quando chi ti ha messo in vetrina è la Lazio e non nomini nemmeno il negozio!
I ringraziamenti sono stati parole velenose del procuratore e neanche un minimo accenno alla squadra che ti ha cullato trasformandolo in ciò che è.
Perché, caro mio Keita, senza la Lazio l’Inter non avrebbe saputo nemmeno della tua esistenza.
È quasi inutile parlare di chi se n’è andato via, non stiamo spartendo le colpe perché quando una storia finisce, i demeriti sono in entrambe le parti. È inutile parlare di lui, eppure a distanza continua ad infastidirmi. Forse è vero, essendo donna tendo a vedere i giovanissimi come fratellini minori ed erroneamente mi affeziono.
La gazzella è diventata leone… Tanto piede e poca testa, due soldi in tasca e via a credersi chissà chi, a non accontentarsi mai, a pretendere, pretendere….
Certo, la Lazio anche ha avuto le sue colpe, ma i tifosi, beh, quelli no.
Eppure continuo a leggere:
«Con De Vrij voglio fare la storia dell’Inter».
Poi sul ritorno all’Olimpico, stavolta come avversario: “
«Prima di quella partita ce ne sono tante altre, ora non ci penso».
Niente… Nessun accenno, lui a Roma c’è passato solamente per una sosta tra due aerei rimanendo dentro l’aeroporto di Fiumicino.
In mezzo scorre il fiume, di acqua ne è passata tanta sotto i ponti e forse diventa inutile parlarne ancora. Solo una cosa direi, se potessi farlo di persona, al talentuoso sbarbatello: ricordati che la Lazio ti ha reso ciò che sei.
Non sputare in aria che torna a terra!