Dall’essere uno sconosciuto alla “ma che lo hanno preso a fa?”, all’essere colui che ha ereditato la maglia delle maglie: questa è la storia di Luis Alberto.

“Io mi prenderò il mio posto e tu seduta qui al mio fianco mi dirai, destinazione paradiso..”

Eh già, perché quest’anno Luis non partirà come un grande punto interrogativo, ma insignito da “calciatore che fa la differenza”.
In Spagna, si sa, il calcio fa vivere ai suoi figli un grande disequilibrio e forse proprio per questo “El Mago” sbarcò a Formello già stanco.
Stanco delle delusioni, soprattutto in Premier League, ma la fortuna iniziò a girare grazie ad un sanguinoso infortunio. Laddove Felipe Anderson cadde, Alberto si innalzò.

Fece un’escalation talmente sorprendente che, non solo guadagnò la titolarità, ma sulle spalle porta anche grandi aspettative riposte da società, mister, compagni e tifosi.

Ancora Anderson nel suo destino, proprio il brasiliano che se n’è andato e non ritorna più, gli lascia in eredità la maglia delle maglie: la numero 10.
La nostra storia però non finisce qui, anzi, è solo all’inizio perché mentre il percorso in campionato della Lazio prendeva forma, Luis non aveva recuperato dall’infortunio e non si allenava.

The dark side of the moon

La maglia numero 10 porta con sè la suggestione del calciatore “prestigioso”.
Non ha poteri magici, ma da sempre nell’immaginario collettivo sembra elevare il semplice uomo a “Superman”.

Fasto e nefasto, eh sì, perché tradizione popolare, almeno biancoceleste, vuole che si trascini dietro anche una discreta quantità di sfiga.

Lasciando da parte i giocatori che la vestirono molti anni fa, da Frustalupi a D’amico, troviamo poi quelli che non hanno avuto troppe soddisfazioni.

Cesar, ancora peggio Baronio e lo strano percorso Zarate che, dopo aver fatto un’annata da campione, non ebbe un epilogo felice.
Vi ricordate Ederson? Umanamente sì, ma come numero 10?
Dopo essere rimasta buttata in un cassetto, trovò il nuovo proprietario in Felipetto Anderson.
L’ambientamento da 7 a 10 non fu facile, poi però la maledizione fu spezzata.

Adesso è il turno di Luis Alberto, grande presente/assente in queste prime due giornate di campionato.

Diciamo che lo spagnolo è “work in progress” per ritrovare la piena forma fisica e tamponare il mancato allenamento della fase preparatoria, ma che facciamo, lo teniamo in panchina?
Senza i piccoli passi non si torna grandi!

Poi ci sono i soliti maligni che parlano dello “stress da mercato” e la sofferenza per una mancata cessione…. Buttate nel cestino la stampa!

Perché qualsivoglia decisione prenderà Simone Inzaghi, Luis Alberto rimane un punto fermo a completare il trio lì davanti.

Scherzandoci su ed abbandonando le superstizioni legate alla numero 10, non sarà che patisce la mancanza della decolorazione e dovrebbe tornare mezzo biondo?

 

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