Campo che vai e Lazio che trovi. No, non è una battuta, perché quando la tua strada trova le sue diramazioni su tre fronti ugulamente importanti, se non vuoi perdere pezzi devi saperti adattare.  

Non esiste una Lazio A ed una Lazio B, esiste bensì un confine che divide panchina e titolari.

Un gap che l’anno scorso era saltato agli occhi con tutta la sua violenza e che aveva visto un ricambio tra rettangolo verde e retrovie quasi inaccettabile. Nella sessione di mercato ,però, la società ha provato a porvi rimedio. Qualcuno non è stato soddisfatto ma gli innesti, anche con poco blasone, sono arrivati.

E l’ “esercito del surf”, ovvero i nuovi arrivati, “gli altri”, hanno avuto come capobranco Silvio Proto.

Ed ecco che la porta ha acquistato spessore in barba all’inutilità di Vargic, non ci credevate ma è stato piazzato, e l’evanescente presenza di Guido Guerrieri. Scivolato ancora più in fondo nelle gerarchie, ogni tanto mi pongo una domanda: Ma esiste davvero? O è una leggenda metropolitana come Neto/Jordaö?

Torniamo però al nostro Silvione e laddove tutto fa Proto.

Finalmente Tommasino potrà riposare, ogni tanto è domenica anche per lui, o meglio domenica lo è sempre per lui, diciamo allora che è Natale e così abbandonerà i pali affidandoli al nuovo estremo difensore.

Esperienza internazionale, età molto più che da matrimonio, sarà sicuramente utile a tutto lo spogliatoio e non dimentichiamo che in estate si è già guadagnato la pacca sulle spalle da parte di Simone Inzaghi. Questo in gergo di ritiro significa fiducia.

Ma non finisce in porta la rivoluzione perchè….perchè i big staranno a guardare…..

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