Non servirebbe nemmeno un prologo, una presentazione o un preambolo cerimonioso, basta solamente un nome: Alessandro Nesta.
Lontano dagli occhi ma non dal cuore ed ecco che ancora oggi, appena l’ex capitano biancoceleste parla di Lazio, tutti gli occhi sono puntati su di lui. Un giorno crescerà come allentaore, un giorno diventerà grandissimo come lo era da giocatore e chissà, forse un giorno lo stesso destino di Inzaghi toccherà anche a lui: sedere sulla nostra panchina.
Troppa acqua ancora dovrà passare sotto i ponti prima di riabbracciarci.
Alessandro Nesta è una bandiera laziale, nella mente molte immagini scorrono via veloci quando senti il suo nome, come ogni bella storia che si racconta però, anche questa ebbe il suo finale e non fu “lieto”.
Sono sincera, parlo con tantissimi tifosi e molti di loro non hanno risparmiato nemmeno a lui l’etichetta del “mercenario”, forse delusi da quell’addio che ancora brucia. Sarà per questo che l’ex capitano più volte è tornato a parlare del suo trasferimento? Che ne parla ogni qualvolta gli si presenta l’occasione anche di striscio?
Oggi allenatore del Perugia,in un’intervista rilasciata a DAZN ha confessato:
«Io all’epoca non volevo andare via, l’anno prima avevo rifiutato squadre importanti, però avevo capito che dovevo andare via: la società aveva debiti, la squadra non prendeva lo stipendio da 6/7 mesi, poi possono dire che sono traditore però le cose sono andate così. La Lazio di oggi è una realtà importante, è una società sana soprattutto e ben organizzata: il presidente Lotito ha fatto un buon lavoro anche se ogni tanto viene contestato, però alla fine ha creato una squadra competitiva e ogni anno riesce a vendere qualche giocatore importante».