Il tifoso è critico per natura, ma il tifoso ha anche quel latente “bipolarismo” insito in lui, o forse non è questione di “bipolarismo” conclamato o meno, è tutta una roba assurda di “meritocrazia”.

Sapete un pò come l’amore: se ti comporti bene ti amo, ma se ti comporti male, o non ti amo più, o ti amo meno di prima.

Adesso sono diventata un filino troppo romantica sfiorando le corde sentimentali, questo solito preambolo infinito al quale sono abituata, serviva solamente ad introdurre un argomento ancora spinoso per i più: Caicedo.

Dai fischi alla standing ovation, un sogno per Felipao, un sogno quasi dovuto dopo gli ignobili auguri di tante cose brutte sul web ed una domenica all’improvviso tutto cambia.

Quella gente che ti faceva paura, pronta a fischiarti contro e che mai ti aveva trattato come “un figlio della stessa mamma Lazio”, adesso ti sta battendo le mani.

Quando tutto cambia in meno di 90 minuti.

O forse 180 , perché la parabola di Felipao che non faceva nessun Caicedo in campo, è iniziata giovedì sera in Europa League con un colpo di tacco.

Non mi stancherò mai di ripetere che non è nata una star, mi riservo ancora il sacrosanto diritto di sognare i vari Bale, Kane, Asensio e compagnia cantando, mi tengo stretta il desiderio del nome blasonato sulla maglia ma, la metamorfosi di Caicedo l’ho vista anche io. Io, che senza insulti sul web, ero comunque tra le sue più accreditate “non estimatrici” pur non avendo mai snobbato “l’uomo” umile e lavoratore nonostante i limiti tecnici.

Ci sono voluti 180 minuti o poco meno, due partite e Felipao ha riscritto il suo cammino in biancoceleste.

Il suo cammino era rimasto fermo infatti nella nostra mente al 13 maggio, al Crotone che aveva fatto perdere alla Lazio quell’ipoteca nella zona Champions League.
Il dito era stato puntato contro  Caicedo, incolpevole singolarmente e colpevole con gli altri 10.
L’estate così era iniziata con l’insoddisfazione della società che aveva trovato sul mercato un nuovo “vice Immobile”, un certo Wesley.
Sembrava tutto fatto, si parlava addirittura dell’arrivo prossimo del giocatore ad Auronzo, ma all’improvviso tutto per Felipao cambia e quella sfiducia della dirigenza, diventa un buffetto sulla spalla pubblico da parte di Simone Inzaghi in conferenza stampa.

Difficile però cercare un riscatto agli occhi dei tifosi, i social erano diventati velenosi nei confronti di Felipao ed i fischi alla lettura della formazione contro il Frosinone, erano assordanti.

Eppure non ha mollato ed ha portato in campo il “Caicedo 2.0”. Quello utile alla causa.

Tutto può cambiare in 180 minuti, prima l’Europa League, poi il Genoa, ma le ombre si spostano un pò più in là rimanendo in agguato.
“Fuoco di paglia” fu detto anche a Felipe Anderson, è una spada di Damocle che dopo parecchio tempo smette di penzolare sulla tua testa .

I tifosi hanno fatto il loro accordandogli quella prima rata di fiducia. Ora tocca solamente a Caicedo far ricredere anche noi tra gli ultimi mezzi scettici!

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